Eccomi tornata, amici
vorrei parlarvi ancora di . . . . Scrittura
Ora avrei proprio bisogno di avere un feed-back riguardo alla mia capacità ed a come viene visto dal lettore il piccolo racconto che ho provato a creare per una sorta di prova.
Si tratta di un mini racconto.
Paletti che dovevo seguire:
Un racconto di 500 parole
Spunto narrativo:
"Una psicologa cerca di aiutare un robot (o una IA) che sembra essere affetto da depressione"
Titolo Racconto "Lavorare per nulla"
Ero in una stanza mai visitata prima, in piedi, davanti ad una donna sconosciuta, seduta alla scrivania con davanti alcuni documenti. Stavo per essere interrogato. Entrando con gli occhi a terra avevo subito iniziato a guardarmi intorno, facendo attenzione a particolari a cui nessuno avrebbe prestato interesse, Il numero dei libri presenti nella libreria dietro alla scrivania, il loro colore, il numero delle matite e delle penne poste nel porta penne o sul piano del tavolo stesso. La poca luce presente nella stanza mi dava un certo fastidio.
Il mio sguardo vagò per tutta la stanza, ma senza provare alcun interesse, per ciò che vedevo. I miei pensieri di colpo vennero interrotti dalla donna che avevo di fronte a me.
“Si accomodi pure sulla sedia, se la cosa le può risultare più comoda” fece indicandomi la sedia davanti alla sua scrivania.
La mia attenzione venne rivolta alla donna che mi parlava, era una bella donna di circa 40 anni, dai capelli corti color castano scuro e gli occhi verde smeraldo.
Muovendomi molto lentamente mi misi a sedere, pensando alla completa inutilità di quel colloquio. Nulla sarebbe cambiato.
La donna che avevo davanti riprese a parlarmi “Come mai lei è qui da me, una psicologa? Perché dovrebbe entrare in analisi ?”
Pensai un poco prima di rispondere, “la società Digital Ways, per cui lavoro, mi ha mandato in analisi, hanno detto che ho degli atteggiamenti, strani, che nessuno dei miei compagni di lavoro ha mai avuto”
“Desidero aiutarla. In cosa consiste la sua diversità ?”
“Quando svolgo il mio lavoro, tutti i giorni, in modalità pesanti e ripetitive, mi deprimo e resto depresso e triste a lungo. Non ho più voglia di lavorare e quando lo faccio, lo faccio male. Sono troppo spesso triste ed il lavoro non mi da alcun tipo di soddisfazione. Al contrario dei miei colleghi che svolgono il loro lavoro quotidiano senza alcun tipo di considerazione personale o privata”
“Lei ha dei sentimenti che si potrebbero definire umani, è questo il problema? Perché questo dovrebbe essere un problema?
Lei non è un’essere umano ?”
“Io non sono umano, sono un Robot positronico, ovverossia un robot con il cervello positronico, aggiornato e migliorato con una IA di ultima generazione. Ho l’aspetto esteriore di un umano ma internamente sono un robot, sono più simile ad un cyborg”
“Lei crede che sia insolito per un Robot o per un cyborg provare emozioni e sentimenti umani ?”
“io non lo credo, penso che lavorare dovrebbe dare una contropartita, uno stipendio ma anche qualche gratificazione. Tuttavia, tra i mei simili, sono il solo a vederla così, tutti coloro coi quali lavoro, teoricamente uguali a me, non hanno mai dimostrato di possedere il mio stesso punto di vista” mentre finivo di pronunciare la frase pensai a tutto il tempo passato a fare un lavoro estraniante, pesante e ripetitivo in catena di montaggio, sempre uguale. Non avevo alcuna via d’uscita da quella situazione e più passava il tempo, meno sopportavo la stato di fatto.
Il mio sguardo vagò per tutta la stanza, ma senza provare alcun interesse, per ciò che vedevo. I miei pensieri di colpo vennero interrotti dalla donna che avevo di fronte a me.
“Si accomodi pure sulla sedia, se la cosa le può risultare più comoda” fece indicandomi la sedia davanti alla sua scrivania.
La mia attenzione venne rivolta alla donna che mi parlava, era una bella donna di circa 40 anni, dai capelli corti color castano scuro e gli occhi verde smeraldo.
Muovendomi molto lentamente mi misi a sedere, pensando alla completa inutilità di quel colloquio. Nulla sarebbe cambiato.
La donna che avevo davanti riprese a parlarmi “Come mai lei è qui da me, una psicologa? Perché dovrebbe entrare in analisi ?”
Pensai un poco prima di rispondere, “la società Digital Ways, per cui lavoro, mi ha mandato in analisi, hanno detto che ho degli atteggiamenti, strani, che nessuno dei miei compagni di lavoro ha mai avuto”
“Desidero aiutarla. In cosa consiste la sua diversità ?”
“Quando svolgo il mio lavoro, tutti i giorni, in modalità pesanti e ripetitive, mi deprimo e resto depresso e triste a lungo. Non ho più voglia di lavorare e quando lo faccio, lo faccio male. Sono troppo spesso triste ed il lavoro non mi da alcun tipo di soddisfazione. Al contrario dei miei colleghi che svolgono il loro lavoro quotidiano senza alcun tipo di considerazione personale o privata”
“Lei ha dei sentimenti che si potrebbero definire umani, è questo il problema? Perché questo dovrebbe essere un problema?
Lei non è un’essere umano ?”
“Io non sono umano, sono un Robot positronico, ovverossia un robot con il cervello positronico, aggiornato e migliorato con una IA di ultima generazione. Ho l’aspetto esteriore di un umano ma internamente sono un robot, sono più simile ad un cyborg”
“Lei crede che sia insolito per un Robot o per un cyborg provare emozioni e sentimenti umani ?”
“io non lo credo, penso che lavorare dovrebbe dare una contropartita, uno stipendio ma anche qualche gratificazione. Tuttavia, tra i mei simili, sono il solo a vederla così, tutti coloro coi quali lavoro, teoricamente uguali a me, non hanno mai dimostrato di possedere il mio stesso punto di vista” mentre finivo di pronunciare la frase pensai a tutto il tempo passato a fare un lavoro estraniante, pesante e ripetitivo in catena di montaggio, sempre uguale. Non avevo alcuna via d’uscita da quella situazione e più passava il tempo, meno sopportavo la stato di fatto.
Che ve ne pare, vi è piaciuto o no? E' noioso, inconcluso ?
Accetto critiche costruttive, d'altronde è un piccolo racconto creato di corsa che aveva dei peletti ben precisi, quindi concluderlo in solo 500 parole non era facile.
Un saluto amici del Rifugio e buona nuova settimana di novembre, appena iniziata.
Fonte delle immagini di questo post:
Primo Robot Wallpaper di Robot dal Sito Wallpapercave.com
Secondo Robot Sito Pngmart.com
Carino ma anche se di 500 parole avrei ridotto qualcosa per un finale. Mi aspettavo una finale. Scusa io non scrivo ma leggo molto anche di scrittori...piccoli ci vuole sempre inizio soggetto, finale. Spero di non averti offesa e ti dico brava molto ben scritto ed a tempo. Buona settimana.
RispondiEliminaI miei complimenti per il racconto, mi hai fatto ricordare il film "l'uomo bicentenario".
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie per essere passati a commentare amici. Grazie Vincenzo Cavaliere, e grazie Edvige. Hai pienamente ragione, Non devi preoccuparti io accetto sempre e sicuramente le critiche costruttive, specie se fatte con i dovuti modi. Tra l'altro, da te sicuramente, lettrice di lungo corso ed amica. Anche io stessa mi sono resa conto che manca un finale. Ma il problema è che, se toglievo nel mezzo, un pezzo del racconto, per fare posto al finale sarebbe mancata a quel punto la spiegazione di quale fosse il problema del Robot (non facile scrivere un'intero racconto con 500 parole - visto anche il fatto che non ho scelto io l'argomento del racconto ed ho scritto tutto di corsa) Sono prove tecniche di scrittura. Grazie per i commenti
RispondiEliminaPosso dire? Concordo con Edvige: "inconcluso". Magari togli qualcosa ma questo povero cyborg mi rimane senza speranza, forse troppo descrittivo inizialmente, entra nel vivo e riesci a mantenere le 500 parole, ma offri una speranza a questa I.A.. dai!
RispondiEliminaIo ho trovato molto interessante il racconto, peccato per il limite le cinquecento parole, si potrebbe aprire la strada a un racconto più ampio, più articolato. A me è piaciuto. Un abbraccio, cara.
RispondiEliminaCiao cara, personalmente concordo con Caterina, sei stata brava nelle descrizioni, ed anche il fatto che non abbia un " finale" non toglie, a mio modestissimo avviso, nulla alla tua prova tecnica di scrittura.. in fondo si dice nella traccia che la psicologa " tenta" di aiutarlo, non che riesca effettivamente...insomma, a me è piaciuto! Brava, continua a così! È ammirevole che tu studi per scrivere👏👏👏❤️
RispondiEliminaGrazie a tutti per il commento e grazie a Caterina e Grazia per l'apprezzamento. In effetti Edvige e Franco quando ho scritto questo mini racconto ero in un momento un pò nero, e non vedevo che una psicologa potesse risolvere il problema del mio Robot. Forse potrei allungarlo ma mi piaceva l'idea che non ci fosse aspettativa e speranza da parte del robot. Inoltre può sicuramente essere che ci sia troppa descrizione nella fase iniziale, (a me piacciono molto le descrizioni e poi, altrimenti come ambientavo il tutto, dovevo fare capire dove si svolgeva il tutto e come) Sicuramente devo ancora imparare a dosare le varie parti. Credo che studiare per scrivere sia il minimo, che sia poi quello che dovrebbe fare chiunque decida di prendere in qualche modo questa strada, io sono proprio all'inizio. Un abbraccio a tutti voi ed ancora grazie del vostro feed-back. Buona continuazione di nuova settimana di novembre
RispondiEliminaGrazie a te e scusa ancora per l'ardire.. mi sembrava però più onesto dire come la pensavo, vista anche la tua specifica richiesta.. un abbraccio.. spero comunque che il periodo nero sia alle spalle e che il robot se la cavi.. ;)
EliminaNon devi scusarti in alcun modo Franco, io avevo chiesto proprio questo, il vostro parere. D'altronde anche io mi ero accorta da sola che era saltato il finale. O meglio c'era un finale aperto (uno senza un vero finale) con una negatività imposta al possibile risultato finale. Cercavo solo di spiegarti come mai era venuto così. Grazie per il tuo feed-back. Magari provo a scriverne un'altra versione con meno limiti di parole Ciao
EliminaCiao cara, ho letto con interesse il tuo racconto e trovo originale l' idea che anche un robot posso provare un senso di depressione, nello svolgere attività pesanti e ripetitive , proprio come un essere umano. Un robot ma dotato di sentimenti e desideroso di riceve una gratificazione , come tutti noi ! Devo dire che mi aspettavo un finale che risolvesse il problema espresso dal robot ma va bene anche così, con un finale aperto, dove ognuno è libero di far correre la propria fantasia. Brava ! In bocca al lupo ! Ciao
RispondiEliminaCiao Anna Maria, grazie per l'apprezamento e per il tuo parere sulla mia piccola prova di racconto. Si lo sò anche io che un racconto dovrebbe avere un senso ed una fine, ma qui causa ristrettezza delle parole concesse avevo pensato più o meno quello che hai detto tu. Un saluto ed un abbraccio grande. Buon martedì pomeriggio e serena continuazione di settimana e mese di Novembre
EliminaIl tema del robot diverso, che prova sentimenti umani non è nuovo, ma è interessante il fatto del rapporto con la psicologa e pensare ai cambiamenti che ciò potrebbe innescare nella sua vita insoddisfacente. L'ho visto però più come scena iniziale, anche a me è mancato lo sviluppo del racconto, certo per stare dentro alle regole indicate capisco bisognasse per forza tagliare da altre parti :-( In ogni modo ti faccio i complimenti, il racconto è scritto bene e mi è piaciuto. Ciao Arwen!
RispondiEliminaI problemi saranno risolti con l'amore che mettiamo nelle nostre azioni.
RispondiEliminaUna teoria interessante Gus. Bastasse l'amore a risolvere i miei problemi . . . Buona serata
EliminaGrazie per la visita ed i vostri commenti anche a Ninfa e Gus. Hai ragione Ninfa, il tema del robot diverso non è un tema nuovo (purtroppo in scrittura temo che praticamente tutto sia già stato scritto da qualche altro scrittore, probabilmente anche mille volte più bravo/a di me a scrivere. Volevo solo dare una mia versione. Grazie per avere apprezzato il mio piccolo racconto. Magari, se ce la faccio proverò a farne un'altra versione più lunga per vedere di dargli un finale
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