Eccomi qui, questa volta sono tornata a presentarVi un nuovo libro fantasy, si tratta del primo libro della saga "Enderiten" di Angelo Peluso
Autore: Angelo Peluso
Prezzo: € 15.00
Codice ISBN: 9788856771879
Numero pagine: 264
Eccovi la mappa dei luoghi narrati nel libro
Questa è la presentazione della saga, dalla viva voce dell'autore:
Enderiten è una trilogia di genere Fantasy/Epico nata con
l’intento di creare un’epopea fantasy che racchiudesse i vecchi valori eroici e
cavallereschi con una moderna analisi del carattere umano. Ho voluto creare dei
personaggi che fossero tormentati, spinti ad agire per senso dell’onore e della
lealtà, ma comunque contrastati dalle più semplici emozioni umane, che li
portassero alla realizzazione di scopi ben più personali. Per poter dare vita
ad un universo fantastico che avesse una solida logica ed una credibilità ho
dato sfogo a tutta la mia immaginazione, avendo cura di curare gli aspetti
geopolitici, storici e razziali per dare un’ambientazione ricca alla guerra che
andavo a raccontare. L’utilizzo del flusso di coscienza mi ha dato modo di
regalare parte di me a ogni protagonista, parte dei miei ricordi alle vicende e
mi ha dato la possibilità d’immedesimarmi sia come lettore che scrittore,
trovando delle soluzioni tecniche che richiamassero tutte le mie influenze a
raccolta per narrare ogni singolo evento – spiacevole o non – donando ai
dettagli ogni ricordo della mia anima. La scelta di ambientare la storia nel
mezzo di una guerra è data dalla necessità di creare una metafora estrema della
vita: una lunga lotta per formarci attraverso le insidie e le difficoltà
quotidiane, cosparsa di vittorie ed amare sconfitte che forgiano il carattere
di ognuno di noi. Di metafore ne è pieno il romanzo, a partire dal titolo;
perché Enderiten, la spada dei sovrani del Nord, raffigura la volontà e la
presa di posizione che si deve fare per prendere in mano il proprio destino,
costruendo un proprio posto nel mondo. Il periodo in cui ho cominciato a
scrivere la trilogia si abbraccia con questo ideale, questo sogno, questa
ricerca della propria forza. Per questa ragione ho sublimato ogni mio pensiero
nel raccontare gli eventi dei personaggi, che compartecipano a creare un plot
classico e dai ricchi riferimenti dell’epica ma comunque di facile
immedesimazione perché affronta paure e desideri di ognuno di noi, che si
affaccia alla vita mentre sceglie di diventare adulto.
Sinossi :
Un potere antico alberga nell’animo di Malik. Un potere
spaventoso, una forza indomita e selvaggia, un furore assopito che gli eventi
vedranno risvegliarsi nella estenuante e strenua lotta contro il male che
incombe.
Il destino di questo giovane e coraggioso guerriero si lega
indissolubilmente alla storia delle Terre di Amanthine, avviando lui e i suoi
compagni in un lungo cammino nell’oscurità, in cui scopriranno non solo le
bassezze di cui è capace l’umanità, ma anche i confini e le potenzialità dei
loro doni. E l’amore, la sua forza dirompente, quell’arma che più di ogni altra
motiva lo spirito alla battaglia.
Un fantasy colossale in cui le passioni giganteggiano. Una
storia fatta di luce e tenebre, di accecanti contrasti e nudi sentimenti, che
trattiene il lettore col fiato sospeso ne confine tra salvezza e dannazione.
Dati biografici autore : presentazione con le parole dell'autore stesso
Mi chiamo Angelo Peluso, nato a Taranto il 11/09/90. Ho
frequentato il Liceo Scientifico Aristosseno, dove collaboravo con il giornale
scolastico “La Fenice”, prima come grafico e poi, nel corso degli anni, come
vice direttore. La passione per la scrittura è sbocciata in quegli anni, frutto
di riflessioni sulle potenzialità del potere creativo dell’arte e dell’uso
delle parole. In principio, scrivevo poesie, poi brani concernenti riflessioni
personali e infine piccoli racconti, dove ho imparato a conciliare la mia
grande passione per il genere Fantasy con il riscoperto potere creativo e
sublimatore della scrittura. Un amore che ho sin da piccolo e che col tempo si
è tutt’altro che assopito è la dedizione all’immaginazione, alla formulazione
di trame e mondi fantastici che unificassero il sogno con la realtà. Storie
comuni come relazioni, amicizie, vicende del telegiornale, prendevano forma
nella mia mente come avventure epiche di amori tormentati, battaglie e creature
raffiguranti il male e il bene che si contendono la quotidianità della vita
umana. Ho frequentato la facoltà di farmacia, finchè non ho deciso,
ultimamente, di dedicarmi completamente alla mia creatività. Mi sono iscritto
alla Scuola Internazionale di Comics quest’anno, cominciando a frequentare il
corso di illustrazione per affiancare la mia passione per il disegno a quella
per la scrittura e nel tempo libero scrivo e mi diletto nella creazione di
mondi fantastici nel dettaglio (razze, religioni, ambienti, storia, usi e
costumi ecc.). Ho terminato la mia prima trilogia Fantasy di cui ho pubblicato
il primo volume ed il secondo ha vinto di recente il premio letterario per
giovani talenti pugliesi: “Building Apulia”.
Eccovi alcuni estratti dal libro :
Estratto 1: I Atto, Cap 4 – Bianche Sponde
Ember osservava il mare, un enorme distesa scura, il cui
orizzonte si mischiava all’inizio del cielo nero, notturno, cosparso di stelle
lucenti. Aveva ammirato poche volte uno spettacolo tanto meraviglioso in vita
sua e, mentre si frizionava le braccia sulle spalle, per riscaldarsi dalla
fresca brezza del mare, si lasciò ipnotizzare dalla spuma delle onde. Il suo
pensiero era rivolto a Malik, era passato un tempo incalcolabile per lei, da
quando Reina aveva cominciato a medicarlo operosamente. La porta-finestra
dietro di lei si aprì, ma lei non si voltò, immersa nei suoi pensieri. “Si
rimetterà presto.” Disse Reina, affiancandosi a Ember contro il parapetto. “E’
un ragazzo coriaceo e le medicazioni che hai improvvisato sono state
fondamentali.” Proseguì Reina. Ember si concesse un sorriso mesto, diretto alla
notte davanti a lei. “Ember, il suo cuore non appartiene a me. E’ come un
figlio, una presenza consolatrice nella mia vita. Tu sei il calore che ho
sempre atteso per lui.” Ember la guardò stupita, quella donna aveva colto il
suo stato emotivo, come se leggesse il turbamento della sua anima. “Io, ti
chiedo scusa se sono sembrata scortese. Tu ci stai aiutando..” cominciò a
balbettare Ember che percepiva lo spessore della persona che aveva affianco,
ora riusciva a comprendere il significato delle parole di Malik. “Non ti
accorgi che sei tu che giungi qui per aiutarci? Nessuno ti ha costretta a
venire, eppure tu sei qui per un fine onorevole, io mi sento ben lieta di
insegnarti a padroneggiare i tuoi poteri primevi. Resta affianco a Malik, ha
conosciuto solo guerra e distruzione sin da quando lo conobbi. Lo presi con me
che era ancora un fanciullo, subito dopo la scomparsa dei suoi cari, bruciati
vivi per aver difeso il suo segreto davanti all’esercito di Kothar, che aizzò
gli abitanti di Faranion a dar fuoco alla loro abitazione.” Ember rimase afona
davanti a quelle angosciose parole, il suo cuore rabbrividì davanti al passato
tragico di Malik. “Voi due avete molto in comune, te ne sarai accorta. Sei la
carezza che mancava alla sua guancia percossa.” Proseguì Reina. A un tratto, la
donna puntò un dito verso l’acqua, che cominciò ad incresparsi. Ember osservò
quel fenomeno incuriosita. Un serpente composto d’acqua, diafano, emerse dalle
increspature, cominciando ad affondare e riemergere tra le acque limpide di
quella massa scura. “Il destino ha studiato un percorso per ognuno di noi. E
così, stanchi ed insoddisfatti, ci troviamo come avvolti dalle spire di un
serpente, soffocati dalla nostra stessa vita, attendendo l’attimo di gloria, in
cui spezzare le catene imposteci e levarci alti nel cielo.” Il serpente si
dissolse in gocce lucenti, che
ritornarono alle acque da cui erano provenuti. Ember era assorta
profondamente nel discorso di Reina, che prosegui: “Dobbiamo sopraelevarci,
lontani dalla corrente che ci ha lasciati assopiti. Divenuti un mattino di
primavera, ancora avvolto dal gelo dell’inverno, ansioso di generare nuovi
germogli. Io ti darò l’opportunità di cogliere la chiave che ti libererà dalle
tue catene, così che tu possa prendere parte alla storia che scrive il mondo
come noi lo conosciamo.” Concluse Reina. Ember rimase attonita davanti a quella
persona così carismatica. Era avvolta dalle parole di quel discorso che
s’intrecciavano a comporre un richiamo diretto al suo cuore, rigenerato da una
nuova speranza. “Grazie.” Riuscì a pronunciare Ember. Reina le rivolse un
sorriso terso e tornò dentro. Ember rimase ancora pochi istanti ad osservare le
increspature dell’acqua che svanivano lentamente, amalgamandosi all’enormità
del mare. “Un potere che mi è stato donato per prendere parte al destino del
mondo.” Pensò stringendo i pugni, poi si diresse dentro l’abitazione, verso il
riposo che l’attendeva.
Estratto 2: II Atto, Cap 2 - La Ragazza delle Ombre
Il gelo delle montagne intorpidiva le
vallate circostanti. Un sottile velo di nebbia presidiava il pallido mattino
autunnale che abbracciava il sentiero boschivo. Ember vagava da mesi in cerca
del suo amato Malik, scomparso in una tragica notte, dopo la grande battaglia
di Kontiar. La fanciulla proseguiva lenta, premendosi il cappuccio alle guance
per non lasciar filtrare la brezza gelida che spirava lungo la via. I suoi
occhi color ghiaccio, velati dalla tristezza di chi ha cosparso frammenti del
proprio cuore lungo il cammino, scorsero una macchia di colore nel freddo manto
di foschia. “Bellissimo!” pensò Ember, chinandosi ad osservare un fiore
solitario, che sfuggiva alla strage floreale che l’autunno compiva ogni anno.
Non aveva più lacrime da versare.. per la sua famiglia, per la sua tragica
sorte, per Malik. Si rialzò lentamente, proseguendo mesta lungo la via. “Quel
fiore… una fiaccola lungo questa strada scura. Come il ricordo di un bacio che
inumidisce le mie labbra solitarie, che ricercano ancora quel calore..”
rimuginò la ragazza, che inoltrava il suo pensiero a Malik, sforzandosi di
pensare che quel fiore fosse il messaggio che la natura le recapitava affinchè
la speranza potesse tornare a visitare il suo cuore, ripagando il suo
peregrinare col ritrovamento del compagno disperso. Un sole torvo s’innalzò nel
cielo, illuminando malamente un villaggio immerso nella nebbia.
Estratto 3: II Atto, Cap 6 – Le Terre del Nord
Ember proseguiva lungo le cupe
catacombe, illuminando l’ambiente austero con la sua fiamma, che ondeggiava
alta dal palmo della mano sinistra. Liyana
la seguiva guardinga, intenta a percepire il minimo rumore. Ember si lasciò
sfuggire un sorriso, quando vide infondo al lungo corridoio un filamento di
luce che filtrava dalla parete. Le due avventuriere seguirono quel barlume di
speranza lungo il tratto rimasto. “Un’altra incisione in elfico...
probabilmente si aziona un altro meccanismo come quello dell’ingresso!” disse
Liyana sotto voce. Intanto, Ember, illuminava la parete che avevano di fronte,
che ancora conservava le rimanenze delle decorazioni ed una porta in pietra
s’incastonava nella spessa muratura sotterranea. Un filamento di luce sbucava dorato
da una fessura al lato della porta, sulla quale erano incise delle parole in
elfico, logorate dal tempo e lorde di sporcizia. Liyana si avvicinò al muro,
osservando attentamente le scritte, massaggiandosi il mento com’era solita fare
nei momenti di concentrazione. Ember distolse lo sguardo dalla compagna e si
paralizzò piacevolmente ad osservare il pulviscolo illuminato dai raggi solari,
che ondeggiava dolcemente nell’aria. “Coloro che caddero... coloro che ancora
qui giacciono... coloro che proteggono le terre degli uomini!” pronunciò
l’assassina ed un rombo echeggiò per il lungo corridoio, facendo tremare le
pareti e lasciando cadere cumuli di polvere dal soffitto. La pesante porta di
pietra s’insinuò nella parete, lasciando penetrare violentemente la luce
diurna. Le due ragazze rimasero qualche istante ferme sul ciglio del passaggio,
strizzando gli occhi abituati all’oscurità del sottosuolo, poi ammirarono una
maestosa scalinata che saliva in superficie. Ember lasciò che la sua fiamma si
spegnesse, leggermente intontita dal continuo utilizzo del suo potere. Le due
avventuriere proseguirono lungo la scalinata, lasciandosi alle spalle
l’ingresso di quei macabri sepolcri e si ritrovarono in un ampia prateria,
irradiate dal sole alto di una tarda mattinata. Ember cercò di orientarsi ed
intravide di fronte a loro una città in rovina, dalle alte mura macerate da un
violento assedio. “Non è possibile!” esclamò la Guardiana, con voce colma di
sfumature, quali stupore, realizzazione ed un misto di tragicità. “Cosa Ember?
Conosci già questo posto?” si allarmò Liyana. “Liya... siamo arrivate a
Goheli...” rispose la Guardiana, persa nella contemplazione della maestosa
cittadella.
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