Eccomi a parlarVi di una Saga insolita per il Rifugio, si tratta di un paranormal fantasy, ma molto particolare.
Nel blog avevo già presentato il primo libro di questa Saga
"Nephilim - Guerra in Purgatorio" di Valerio La Martire Qui per cui ho deciso di continuare anche se questa saga è fuori target.
"Nephilim - Ribellione all'Inferno" di Valerio La Martire
si tratta del secondo volume della Saga
Formato Ebook disponibile su Amazon da Ottobre '15
Non puoi scegliere di nascere Infernale.
Puoi
solo scegliere quanto bruciare
Sinossi:
La bocca
dell’Inferno si è aperta nella baia di New York. E la posta in gioco non è mai
stata così alta. Alexander, Emily e Valerie devono affrontare una crisi che
potrebbe travolgerli tutti.
Gli Eterni
stanno incatenando i Nephilim al loro controllo, in un gioco di potere nel
quale nemmeno gli Stregoni rimarranno neutrali.
Mentre il
mondo si avvicina alla rivoluzione, Ryan ha un solo pensiero: riportare
indietro Jonathan.
Il secondo
volume della saga dei Nephilim penetra nei gironi dell’Inferno, è venuto il
momento di superare ogni limite umano.
Breve biografia dell'autore:
Valerio la Martire è nato a Roma il 5 novembre 1981, con due settimane di ritardo. Ha recuperato il tempo perduto mettendosi a scrivere a dodici anni.
Visto che le
sue giornate durano 42 ore ha lavorato come barman, commesso, operatore di call
centre, animatore turistico e baby sitter. È stato volontario per Greenpeace e
per non farsi mancare nulla ha lavorato anche con l’Unhcr e Medici Senza
Frontiere.
Tra le sue
pubblicazioni, I ragazzi geisha (Ed. Libreria Croce, 2009), libro sulla
prostituzione maschile; Stranizza (Bakemono Lab. 2013), storia d’amore
omosessuale nella provincia siciliana; Nopperaboo! (Bakemono Lab. 2013), favola
per bambini ambientata in Giappone.
Nephilim è
la sua prima trilogia urban fantasy.
Eccovi alcuni estratti dal libro:
Ryan
Il mostro
sovrasta Emily, lei compare alla nostra vista solo per brevi momenti nei quali
schiva, si getta a terra e lancia delle urla che allontanano il suo avversario.
I capelli sciolti sono bagnati e frustano l’aria, mentre tiene a bada il mostro
con il suo pugnale. Da qui sembra così piccola, quella lama. Combatte bene,
schiva i colpi più possenti e tiene sempre una posizione di vantaggio sul
nemico. Ma ha ragione Alexander. È troppo. Combatte da quanto, dieci minuti?
Tra poco sarà esausta. Anche se è una Celestiale, non potrà tenere questo ritmo
a lungo.
Una donna
esce dal bosco. È nuda, la pelle scura, i capelli neri e ricci fino alle
ginocchia. Eva. Cammina a piedi nudi sull’erba e si muove senza guardarsi
intorno, tiene lo sguardo basso, si osserva i piedi. Quando si avvicina al
cerchio di guardie e Licantropi, tutti si fanno da parte e abbassano la testa.
Sta andando
verso Emily!
«Avanti
Alexander, aiutami a trovare la matrice così possiamo andarcene. Quella è
Eva!».
Lo Stregone
si gira verso di me. Ha gli occhi neri e il viso coperto di vene scure e
pulsanti. Come quando ho provato ad attaccarlo al deposito bagagli.
«Dammi il
braccio», la sua voce è roca e dura. Me lo afferra e con un artiglio mi incide
la carne.
«Questo è
sangue di Infernale! Il potere chiama potere. Per questo sangue versato, ti
ordino di palesarti. Maie came Camaxtli!».
Un boato
alle mie spalle. Una delle poche pareti di pietra della stanza è esplosa verso
l’esterno, rivelando un comparto segreto. La pietra matrice che contiene i miei
poteri schizza come un proiettile verso di me. La afferro al volo e sento che è
mia. Pulsa della mia energia, mi appartiene come nient’altro al mondo.
«Adesso
distruggi quella pietra, Infernale!».
La getto a
terra e la schiaccio con il piede. Onde di energia escono dai frammenti e mi
entrano dentro. Sento il potere fluire di nuovo in me. Un flusso di fiamme e
rabbia enorme. Tocca tutti i punti del mio corpo. Li innerva e li rinvigorisce.
Preme dietro i miei occhi e sulle mie dita. Non lo ricordavo così intenso, o
forse il mio corpo aveva imparato a farne a meno.
Eva ha
camminato oltre la fila di guerrieri e di Licantropi. Ha raggiunto il centro
del prato. Posa una mano sul Lican controllato da Emily e lo paralizza.
Tutto
intorno a lei adesso è fermo e immobile. Emily è in posizione di guardia, ma
tiene la lama abbassata. Le due donne si osservano senza parlare.
Eva le posa
una mano sulla spalla e la tira verso di sé.
«Dobbiamo
portare Emily via da lì!», Alexander mi fissa con occhi neri e inumani. «Io non
posso farlo, Ryan. Devi farlo tu».
La sua mano
mi stringe il braccio con forza, le dita quasi mi entrano nella pelle. Il
potere dentro di me risponde al suo tocco infiammandosi. Si dimena con
violenza.
Non riesco a
contenerlo.
«Alexander,
qualcosa non va. Non riesco a...».
«Sei un
Nephilim. Scatenati e aiutami a portare via Emily. Lei è in pericolo, avanti!».
Le fiamme
prorompono da me. Lo stesso senso di perdita di controllo che ho provato quando
ho attaccato Val. Lo stesso calore bianco che ho scoperto di avere quel giorno,
adesso esplode fuori di me.
Alexander
sparisce dietro le fiamme che mandano in frantumi la vetrata, inondano il prato
e lambiscono la foresta. Divorano tutto ciò che incontrano. Ma c’è qualcosa di
diverso, stavolta. Sento di poterle muovere, gestire. È come se fossero una mia
estensione, una parte meno materiale del mio corpo. Emily è di nuovo sola. Eva
sembra essere sparita, mentre tutti gli altri intorno hanno ripreso a muoversi
e si preparano a rispondere al mio attacco.
Riesco a
modulare le fiamme e genero uno scudo di fuoco che mi protegge dai proiettili
dei cecchini. Sento le pallottole cadere e fondersi nelle mie fiamme.
Utilizzo
questo nuovo controllo sui miei poteri per creare un corridoio che mi conduca
protetto fino a Emily; percepisco Alexander correre al suo interno. Il fuoco mi
trasmette sensazioni fisiche. Non era mai successo prima.
I miei
poteri sono cambiati.
Jonathan
Un deserto.
Lo stretto sentiero indicato da Dumah mi ha portato in un deserto oscuro. Non
so per quanto tempo ho camminato. Il tempo non sembra avere un gran senso qui.
Non ho fame e non ho sete, ma mi sembrano passate ore da quando ho preso la
stradina che s’inerpicava oltre le rocce. Qui
lo spazio non ha limiti come nel tuo mondo, la strada sarà lunga quanto deve.
Chissà che cosa intendeva. Nel primo girone, la volta sopra di noi era
illuminata dalle fiamme e dal riverbero della lava. I fumi di zolfo si accumulavano
sulle rocce, tra le stalattiti nere che ci minacciavano come migliaia di spade
di Damocle. Qui il cielo è buio e imperscrutabile. Non ha stelle o nuvole. Solo
la soffocante impressione che sia tanto vicino quanto nero. Evoco le fiamme di
Ryan e le mantengo nel pugno, per illuminare intorno a me. Qualche sterpaglia.
Sassi e terra gialla. Niente più di questo. L’aria è pesante e opprimente. Non
c’è vento, sento la polvere entrare nei polmoni. Fa caldo. Un caldo che secca
la gola, eppure non c’è il sole. Tutto questo mi dà la sgradevole sensazione
che le leggi siano state scritte per creare disagio e dolore. Qui niente ha a
che fare con il reale. Il mio stesso corpo pesa come se fosse premuto verso il
suolo, a impedirmi di alzare la testa al cielo.
Sono lontano
da quella grotta di fuoco, da quella sofferenza di ossa e nervi esposti, da
quell’odore di carne bruciata che si stacca in brandelli, dal quel sangue
rappreso nelle vene per il calore, eppure mi sento quasi peggio. Rinchiuso in
un pozzo profondo dove posso solo sperare di soffocare in fretta.
Forse perché
è proprio questa la verità. Non importa cosa farò, non importa come userò i
giorni che mi restano. Comunque vada, qualsiasi scelta io faccia, non uscirò
vivo da qui.
Non esiste
via d’accesso all’Inferno. Non esiste via d’uscita dall’Inferno. Si può solo
essere inghiottiti in questo mondo arido e morto. Venire consumati e diventare
polvere nei polmoni di qualcun altro.
Non c’è
niente per un essere vivente. Non c’è speranza o futuro. Solo una lenta morte.
Ma ho del
tempo. Non so quanto, forse poco, comunque non ho intenzione di sprecarlo. Quel
dannato ha visto le proprie ferite curate e si è lanciato di nuovo sulle rocce,
aprendosene di nuove. Ma non saranno tutti così.
In quel
girone infernale ci sono le anime più antiche. Quelle che non conoscono
cambiamento. Quelle che non possono accettare il cambiamento. Per quanto fugace
e benefico esso sia. E l’ambiente ne rispecchia il pensiero. Qui è diverso.
Deve essere diverso. Il Diavolo mi ha detto che le anime che sono rinchiuse in
questo girone sognano ancora. Coloro che abitano questo luogo non sono perduti.
Per loro posso fare qualcosa. Per loro posso impiegare gli ultimi giorni che mi
rimangono. Qualcuno dei dannati vorrà giustizia, pace, la fine del dolore
ciclico e senza fine. Per loro cercherò di cambiare le regole.
I miei
poteri funzionano. Non so come. Forse grazie all’energia di Ryan che ancora
sento scorrermi dentro, forse perché è come ha detto Emily: non siamo così
diversi dagli Infernali.
Emily,
Val... mi mancano. Spero che le cose si siano messe a posto dopo che la bocca
dell’Inferno si è chiusa. Ryan si ricostruirà una vita. Le mie sorelle
torneranno ad amarsi come un tempo. Tutto tornerà a posto o forse no, in ogni
caso tutto andrà avanti anche senza di me. Io non sono mai stato tagliato per
essere un Feather. E loro un giorno lo capiranno.
Blake non lo
vedrò mai più. L’ho lasciato che dormiva a letto. La nostra storia era appena
cominciata ed è già finita. Sono sparito senza una spiegazione, senza un addio.
Non mi perdonerà mai. Ora che è lontano per sempre, vedo i miei sentimenti con
più chiarezza. Da quaggiù tutto sembra più evidente, i dubbi rimangono troppo
piccoli sullo sfondo perché possa guardarli. Resta solo ciò che conta e lui era
qualcuno d’importante. Qualcuno da tutelare e di cui prendermi cura.
Non l’ho
nemmeno salutato. Sono andato via per raggiungere Ryan e l’ho lasciato solo.
Forse cercherà di rintracciare Emily. Adesso che sa chi sono, potrebbe farlo.
Ma come si prende contatto con una rock star? O con l’amministratore delegato
di una compagnia come la Feather Corporation? Non ho fatto in tempo a fissargli
un incontro per finanziare la clinica! Questo era importante. Se la clinica
dovesse chiudere, Blake ne uscirebbe distrutto. È tutta la sua vita. Dovrà
trovare il modo di farcela lo stesso. Nemmeno questo ho potuto fare per lui.
Non gli ho lasciato nulla.
Chissà come
sarebbe andata avanti la storia con lui. Forse da nessuna parte. Rivelargli la
mia vera natura sarebbe stato impossibile, mi avrebbe amato lo stesso?Mi devo
occupare del qui e ora. Sono solo in mezzo a una steppa deserta... e quella
sembra essere una strada asfaltata. Alimento le fiamme e genero una luce
abbastanza forte da vedere qualche metro più in là.
Sì, è una
strada asfaltata. Malconcia forse. Ma è una strada. Prosegue sempre dritta in
entrambe le direzioni. Quando metto un piede sul manto c’è un cambiamento.
All’orizzonte, dove sembra finire la striscia di asfalto, vedo un bagliore.
Qualcosa di dorato e tenue che si fa sempre più forte. Il sole, qui? Una
piccola sfera di luce emerge oltre la curva di questo mondo e tutto inizia a
prendere forma e colore.
Il sole
illumina il paesaggio e l’enormità di questo luogo mi spaventa. L’orizzonte
sembra così lontano. Alle mie spalle vedo solo ora che c’è la mostruosa sagoma
di una nave. È poggiata sul fianco e, mentre la osservo, vedo l’acqua scivolare
dalle fiancate, il terreno bagnarsi e raggiungermi fino alla strada. Lo
scrosciare cresce d’intensità, poi si placa e finisce. Sul lato c’è scritto
456-9 NY USA. Una nave mercantile di New York? Questo posto ha sempre meno
senso. Non ci sono alture o colline o montagne a bloccare la vista. Solo una
pianura sconfinata e questa nave arenata nel nulla. L’alba sembra immobile. La
luce non aumenta. Il sole non sembra riuscire ad affrontare la volta celeste,
che rimane per la maggior parte nera come quando era notte.
Lancio
un’ultima occhiata al relitto e m’incammino verso l’alba.
Se voglio
incontrare qualcuno, camminare su questa strada mi sembra la scelta più logica.
Porterà da qualche parte. Oppure sarà solo un altro gioco perverso e senza
senso? Una strada desolata e vuota dove camminare per sempre, senza raggiungere
mai nulla.
Laggiù c’è
qualcosa che si sta muovendo. Vedo una nube di polvere sollevarsi al suo
passaggio. Non tira vento, non penso sia vento.
Qualcosa si
sta muovendo in questa direzione. Qualcosa di grande. Oppure qualcosa di numeroso.
La terra
trema. Sembra il rumore di una mandria. All’orizzonte vedo delle figure.
Potrebbero essere degli uomini a cavallo. Ma sembrano così grossi. Hanno un
aspetto strano.
Non sono
cavalli. Sono mostri.
Stanno venendo qui. Stanno venendo per me.
Per approfondimenti sulla Saga e per contattare l'autore:
ciao Arwen, grazie tantissime per avermi ospitato sul tuo blog! :)
RispondiEliminaDi Nulla Valerio - il tuo libro è un pò Out of Topic per il mio blog - ma visto che avevo già presentato il primo libro della Saga ho voluto continuare ;-)
EliminaBuona settimana e migliore continuazione di mese di Dicembre
Mi hai fatto ridere con quelle due settimane di ritardo poi recuperate! Il libro non è proprio il mio genere, ma potrebbe essere molto interessante.
RispondiEliminaMi piace molto leggere libri su angeli, demoni e cose del genere. Penso che mi piacerebbe leggere anche questo libro :)
RispondiEliminaNon conoscevo la saga, sembra curiosa!
RispondiEliminaCiao A tutte Ragazze e grazie del vostro passaggio :-)
RispondiEliminaBuona settimana :-)
E' un libro insolito, e mi attira per questo, sebbene non sia di un genere che amo e che seguo/leggo di solito :-)
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