Prima di trovarlo in questo Blog lo avevo già trovato on-line in altri posti ed avevo letto un poco la storia che devo dire mi attira molto.
Direi tanti complimenti all'autore anche se non ho ancora letto il libro me lo immagino e penso che se lo trovo lo comprerò .......... se lo trovo perchè questa è una casa editrice mi pare di Padova - non la ho mai sentita ne ho visto nelle librerie a Milano suoi libri ....
Comunque consiglio per gli amanti degli Elfi e del Fantasy ............ io vorrei leggerlo !
Recensione: “Drak’kast - Storie di draghi” di Fabrizio Corselli
VOTO :
Con il suo Drak’kast, Storie di draghi, pubblicato per le Edizioni della Sera, Fabrizio Corselli ha dato vita a un’opera affascinante e complessa nell’architettura e nella scelta di genere, ma anche scorrevole e avventurosa, capace di condurre il lettore in un passato lontano e fantastico, intessuto di leggende e mitologie differenti, il cui risultato è un ricamo personale e coinvolgente, dal sapore arcano.
Drak’kast racconta la storia e le gesta di un drago metamorfosato in un elfo cantore, Elkodyas, e della sua avventura nella foresta dal cuore di Smeraldo, ma anche e soprattutto del rapporto inconsueto tra due razze fantastiche, Elfi e Draghi, nel quale si inseriscono bardi e cantori, guerrieri e creature favolose e fatate.
L’opera ha dunque uno spunto davvero originale, pur nella ripresa di modelli autorevoli, non solo il fecondissimo Tolkien, da Il Silmarillion all’ultimo La leggenda di Sigurd e Gudrun, ma anche i poemi classici e quelli cavallereschi, nonché il Beowulf, Il Cantar dei Nibelunghi e l’Edda di cui si sente la conoscenza.
La terra creata da questo scrittore-demiurgo è ricca e piena di creature tipiche dei “memorabilia”,
capaci cioè di destare meraviglia e incanto, per le quali Corselli
costruisce dinastie, leggende, fisionomie specifiche e nomi, nomi che
ricordano l’elfico inventato da Tolkien, ma che di certo risentono anche
di qualche sentore delle antiche lingue di ceppo germanico e del greco
antico, presente, ad esempio, nei nomi di due creature della luce e del
buio: Emera (in greco antico “giorno”) ed Espera (in gr.
antico “sera”). Le ninfe, le driadi, gli elfi silvani, gli aedi, il
riferimento analogico ai satiri, sono tutti spie dell’esigenza
dell’autore di attingere a piene mani al repertorio del mito e della
tradizione classica, ma Corselli non si limita a questo: vi unisce,
infatti, in modo convincente, il serbatoio mitico nordico, non solo per
la figura centrale dei draghi, ma anche per i riferimenti ai druidi, ai
nani, agli elfi stessi, e ad alcune divinità, assai vicine agli Asi
nordici e non distanti dai Valar tolkieniani.
Tra le creature fatate e arcane, un ruolo interessante ha l’Unicorno dell’Aria, Alkagyrre,
cui viene affidato un potere piuttosto “moderno” per un poema
fantastico che ripiega spesso (anche a livello linguistico e stilistico)
nell’antichità: la capacità di teletrasportarsi. Siamo nel cuore di una
coraggiosa e accattivante sperimentazione, dove questo tratto
“anacronistico” riesce a non stridere con l’atmosfera di un tempo
leggendario e ovattato. L’uso della parola è la grande risorsa di questo
autore, una parola semplice, che accosta spesso in coppie insolubili
l’aggettivo al suo nome e crea versi musicali e dolci, piani e non
difficili da decifrare, con una patina di arcaicità che proietta nel suo
mondo favoloso.
Un tema portante è quello della
musica. Il liuto diventa uno strumento di creazione e intervento nel
reale, un’arma magica e divina al tempo stesso, e il canto si fa custode
di memoria e di leggenda, unendo in sé la tradizione omerico-classica
con quella nordica.
La cornice in prosa
introduce il lettore nella sua sezione poetica centrale, accompagnando
il cammino di un giovane elfo e del suo stupore per il canto e le
leggende che si accinge a raccontare. Il lettore tende così a
immedesimarsi in questo elfo dell’incipit, e diventa lui stesso quell’elfo che con stupore e attenzione ascolta il “canto scritto” di Corselli e delle sue storie.
Il
poema, in versi sciolti, è il cuore della scrittura, una poesia leggera
e agile, con richiami e citazioni a volte trasparenti (spicca fra
queste il “ratto s’apprende” del v.), altre volte vicina ai
modelli cari allo scrittore e profondamente rielaborati. Le frequenti
similitudini, che si protraggono per più di due versi, a volte per
un’intera strofa, fanno riecheggiare alla mente il ricordo degli stilemi
omerici.
Non si pensi però che la lettura sia
difficile e pesante. Certo, lo stile proprio dei poemi e la particolare
forma di narrazione ch’essi costituiscono richiedono una certa
attenzione e presenza del lettore, tuttavia l’appendice di chiusura
costituisce una bussola orientativa importante tra i nomi e le stirpi
forgiati dalla fantasia dell’autore.
Sarebbe
interessante, alla luce del complesso e coerente universo fantastico
creato da Corselli, leggere un romanzo che sfrutti questo mondo già
creato e consolidato, e che sembra pronto e maturo per una scrittura
romanzesca, di certo meno “sperimentale e originale”, ma capace di
promettere, viste le premesse, grandi esiti letterari. Lo si nota dalla
lettura delle Appendici: provate a leggerle dopo aver letto il poema, o
anche prima di esso; dentro c’è racchiusa in nuce tutta la storia, che
attende solo di essere sviluppata in nuove opere che raccontino ancora
di questo originale e riuscito universo fantastico.
Titolo: Drak’kast. Storie di draghi | Autore: Fabrizio Corselli | Brossura 220 pp. | Editore: Edizioni della Sera (collana Spade d'inchiostro)
Lavinia Scolari
Ho ordinato il libro on-line direttamente dal sito della Casa Editrice nel pomeriggio .......... non vedo l'ora che mi arrivi per poterlo iniziare a leggere!
RispondiEliminaFinalmente oggi è arrivata per posta la mia copia del libro “Drak’kast - Storie di draghi” - ora devo solo trovare il tempo per leggerlo. Sono curiosissima ...........
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