Siamo nel Regno di
Arjiam, dove esiste la magia ed i magh, una mescolanza tra Mago e Saggio,
appartenenti all’Ordine dell’Uroboro, che praticano la magia attraverso il canto, la cosiddetta Armonia.
La storia inizia
presentando al lettore Xhanys una magh, particolare. La donna è incinta ed un
giorno di piena estate, nonostante le promesse fatte al marito, si ritrova ad
andare al Santuario, spinta dal suo stesso dono, l’armonia, e lì ha una
tremenda visione. In essa Xhanys vede il marito Mazdraan, come un’uomo troppo
sicuro di sé, oscuro, crudele e beffardo. Lo vede nella sua visione come se
improvvisamente gli fosse caduta dal viso una maschera a lungo portata per
nascondere la sua reale essenza.
Subito dopo la crudele
visione, che il Suono Sacro le ha permesso di avere, la donna torna, agitata a
casa sua, nel palazzo dove vive col marito Mazdraan, Primo Cavaliere del Re.
A palazzo tutto appare
normale e suo marito il solito di sempre, premuroso, innamorato ed interessato
solo alla salute sua e del bambino che aspetta.
Tuttavia tutto sembra
come sempre, ma non è proprio come dovrebbe essere …. Per un istante le labbra
del marito, mentre le parla, si sono incurvate in un sorriso beffardo e
crudele, proprio come quello della persona che lei aveva visto nella sua
visione.
“sembrava come se all’improvviso si fosse sollevato un velo, ma era
stata una cosa troppo rapida, perché subito il viso del suo compagno era
tornato ad essere quello che conosceva”.
L’uomo sembra solo
sinceramente preoccupato per la moglie ma ….
“a un tratto la maschera
di Mazdraan iniziò a sgretolarsi e i tratti fini del volto dell’uomo che amava,
coincisero perfettamente con l’epressione orgogliosa e spietata dell’uomo della
visione mentre la sua voce calda e appassionata s’insinuava nella sua mente
come un serpente, stritolandola nelle sue spire per indurla a credere alle sue
menzogne”.
“Un lampo squarciò le
tenebre che avevano oscurato la sua percezione e il Suono Sacro la illuminò con
la verità”
Gli eventi procedono con
tono cupo. Xhanys viene trovata svenuta per strada, dopo essere fuggita da casa
sua e dal marito.
La magh viene trovata per
caso, da Fahryon, una neofita dell’Ordine dell’Uroboro.
La giovane, con l’aiuto
di alcune persone, porta la donna, in una locanda vicina. Qui, la donna, che
non vuole aiuti di alcun genere, partorisce, dopo aver mandato un messaggio a
Tyrnahan, il magh anziano del conclave e suo mentore . . .
Quando Tyrnahan arriva alla locanda, la donna ha partorito una bambina e si trova in compagnia della
giovane Fahryon e di un Cavaliere dell’Ordine militare del Grifo, Uszrany, che
si trovava per caso alla locanda a causa dello scherzo fattogli da alcuni
commilitoni.
La donna racconta al suo
mentore la visione che ha avuto del marito
----- “Mazdraan vuole la figlia appena nata, la loro figlia, allo scopo
di dominare il Suono Sacro”.
Data alla luce la sua
bambina, Xhanys è tuttavia in condizioni irrecuperabili e dopo aver raccontato, ciò che
riteneva fondamentale Tyrnahan dovesse sapere, muore.
Nella stanza della
locanda rimangono i presenti ed una giovane ragazza, Tzelyr, che è stata
chiamata per fare da balia alla nuova nata. Con la giovane c’è anche la sua
piccolissima bambina, anche lei nata da poco.
All’improvviso arrivano
alla locanda, tre uomini, che a viva forza, portano via la bambina di Tzelyr,
che si trovava nella culla, prendendola per la nuova nata.
I tre malandrini cercano
di uccidere tutti ed incendiano la stanza dove si trovano ancora, senza però
avere successo nell’impresa.
In un primo momento,
Tyrnahan, il magh anziano, con l’aiuto della Neofita e del Cavaliere, che sanno
la verità, tenta di coprire in ogni modo la realtà dei fatti e la presenza alla
locanda quella sera di due bambine quasi della stessa età.
Il tutto per coprire
l’errore compiuto dagli sgherri di Mazdraan, che hanno portato al Primo
Cavaliere la bimba sbagliata.
La vera figlia di Xhanys
viene portata al Santuario, con la balia. La sera stessa il magh e la neofita
si recano a porre in essere un rito, per “sollevare il velo” sulla visione del
futuro della bimba appena nata.
Purtroppo una spia di
Mazdraan, viene a sapere la cosa e, quando comunica l’avvenimento al suo
Signore, egli inizia subito a dubitare del fatto di avere realmente ripreso con
se la bambina che voleva, e sospetta immediatamente, che il rito, sia servito
per vedere il futuro della persona che lui credeva di avere ora con sé, la
figlia sua e di Xhanys. Il sospetto nasce forte nel suo cervello.
Intano, anche a causa
degli eventi straordinari di cui sono stati testimoni, la neofita Fahryon ed il
Cavaliere Uszrany sembrano stringere una sempre più stretta amicizia, essendo
gli unici, oltre al magh, a conoscere la verità nascosta.
Ma la loro rimarrà
soltanto una amicizia o diventerà qualche cosa di più?
Le vicende dei nostri
eroi li porteranno a vivere forti dolori, e tra dubbi ed enigmi a superare
prove importanti. Riusciranno così a maturare ed a crescere entrambi, da punti
di vista differenti, cosa che li cambierà e li condurrà alla consapevolezza dei
rispettivi ruoli e responsabilità, prima di giungere al momento della Sfida
Finale tra Il Bene ed il Male.
Per quanto riguarda il
lato esteriore del libro, quello di EdiGiò che ho avuto in mano io, è un libro
di buona qualità sia come tipo di carta utilizzata, che come caratteri di stampa e come rilegatura. L’unica pecca è la presenza di qualche errore formale nel
testo. Un vero peccato. Per onor di cronaca devo dire tuttavia che ci sono in
giro libri che presentano questo problema in maniera molto più pesante.
I personaggi che ci
presenta l’autrice, forse non saranno i migliori che siano mai stati creati, ma
li ho trovati simpatici e penso che Daniela Lojarro abbia fatto un efficace lavoro con la loro
creazione. Forse poteva approfondire un po’ di più, ma anche così non mi sono
dispiaciuti.
La lettura del libro non
mi ha coinvolto subito, forse per le molte descrizioni che in particolare ad
inizio libro, interrompono la narrazione, forse per i nomi di quasi tutti i
personaggi difficili da scrivere, pronunciare e perfino ricordare. Per fortuna
che a fine libro ci sono delle ottime appendici, dove vengono presentati i
personaggi, le parole chiave ed i luoghi del libro.
La Trama e
l’ambientazione a mio giudizio sono i punti forti del libro. Esso, infatti, narra
una vicenda insolita e coinvolgente, con un’ambientazione davvero buona e ricercata.
Il mondo di Arjiam ti riesce a toccare davvero, perché è stato studiato molto bene.
Non si tratta della solita rimescolatura di eventi simili a quelli di molte
altre storie già raccontate, ma di una narrazione originale e ben fatta. Coronata
da un universo che è ben descritto fin nei particolari.
La storia ha i suoi punti
di forza proprio nell’originalità e nei colpi di scena che permettono al
lettore di immergersi bene nelle vicende narrate, spinto dalla voglia di
conoscere come proseguiranno gli eventi.
Il testo presenta lunghe
descrizioni che io apprezzo sempre, anche se a volte rallentano un po’ il ritmo
di lettura.
E Si, a volte la
narrazione diventa un pochino lenta ed a tratti un po’ confusa ma rimane capace
di tenere il lettore interessato.
La fine trovo sia stata
un po’ brusca dopo tutte quelle pagine, forse l’autrice avrebbe potuto farci
sapere cosa succedeva dopo il momento Clou, la Sifda finale tra Mazdraan e
Fahryon.
Bello il rapporto tra i
personaggi del libro e la natura. Altro punto di forza del libro. Io
personalmente ho amato quelle parti del racconto in cui i protagonisti entrano
in stretto contatto con le sensazioni e
gli eventi naturali e soprattutto con la misteriosa aquila dotata di magia e
messaggera in un certo senso del Suono Sacro.
Ci sono momenti del libro
in cui le vicende non sembrano molto possibili e verosimili, come quando la
giovane neofita, non ancora conscia delle sue stesse capacità e non pronta per
lo scontro riesce comunque a sfuggire al cattivo di turno. Mazdraan, Un uomo senza
cuore ne anima, egocentrico assetato di potere e con manie di grandezza, che già
riveste ruoli di prestigio e di grande potere nel Regno, viene rappresentato
come fin troppo invincibile forse e tuttavia, nonostante ciò, Fahryon riesce
prima a sfuggirgli e poi ad imbrogliarlo con un truchetto.
Mi è piaciuto anche molto
il modo in cui la Lojarro ha saputo introdurre nella storia il suo mondo,
quello del Canto e della Musica, tramutandoli nella magia del Regno di Arjiam. Da questo nasce una delle più originali tematiche fantasy. Il rimescolamento tra la musica e la magia è uno dei punti di forza del libro.
Che crea una sorta di lirismo mistico in tutta la vicenda.
Il Suono Sacro di Arjiam,
gli opposti che si attraggono e che insieme formano il Suono Sacro nella sua
interezza iniziale, la vibrazione creatrice.
Il libro anche se lungo è
stato una gradevole lettura ed un’intervallo piacevole nel mondo del Canto,
della Musica, della Luce e del Buio. Un mondo dove “nulla è solo ciò che
sembra”.
Soltanto per il fatto che
il volume è composto da un numero elevato di pagine e che il lettore non viene
annoiato leggendole, trovo che ci sia da fare i complimenti all’autrice. Non è
facile non annoiare per la durata di tutte quelle pagine.
Il
messaggio che lascia il libro è questo: “… solo conoscendo se stessi profondamente
e raggiungendo l’equilibrio nella
propria armonia, equilibrio fra cuore, mente e animo, si può riuscire a trascendere
il sé e ad ascoltare il Mistero del Suono Sacro, la sua vibrazione e il suo
silenzio…”.
In generale trovo che sia
un libro interessante ed insolito nel panorama del fantasy italiano, che mi ha
dato piacere durante la lettura e che consiglio oltre che agli amanti del
fantasy classico a coloro che amano la musica ed il canto.
Fate anche voi un giro
nel Regno di Arjiam, fate la conoscenza con il Suono Sacro e vedrete che questo
universo finirà per conquistarvi.
P.S. E' un vero peccato che nel libro fossero presenti degli errori. Comunque l'autrice mi ha comunicato che, alcuni errori presenti nella prima edizione, ora sono stati eliminati. Benissimo !