venerdì 25 gennaio 2019

Il Lago Gerundo ed il Drago Tarantasio tra Realtà e Leggenda

Eccomi tornata a voi con una leggenda molto fantasy, con uno sfondo reale. 
Come in molti altri paesi anche in Italia esistono molte storie/leggende legate ai draghi Qui ne trovate alcune.

Milano e la Lombardia in particolare sono legate a storie di draghi, tra l'altro il simbolo di Milano è uno scudo con un Drago/Biscione che tiene in bocca un bambino, si tratta dallo stemma della famiglia dei Visconti e sulla sua origine ci sono diverse ipotesi. Quella più accreditata è che la bestia rappresenti Tarantasio.

Anche al Castello Sforzesco si trovano diverse rappresentazioni di questo drago.







Castello Sforzesco di Milano e Stemma Visconti

Tanto ma tanto tempo fa, nelle terre lombarde viveva un drago. Egli risiedeva nelle vicinanze del lago Gerundo e terrorizzava tutti i nostri antenati . . . .
Nella zona tra le province di Bergamo, Milano, Cremona, Mantova e Lodi, nel tratto che da Cassano d’Adda va fino quasi a Cremona per una lunghezza totale di circa 60 km, esisteva infatti anticamente un lago chiamato Lago Gerundo (dalla voce dialettale lombarda gèra, gerù, gerùn che significa “ghiaia”) al cui centro si trovava l'Insula Fulcheria, isola dal toponimo longobardo su cui nacque la città di Crema. Il lago occupava un ampio tratto di territorio che iniziava a nord poco dopo Brembate per raggiungere a sud Pizzighettone, estendendosi ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi. 



Secondo le leggende popolari, il lago Gerundo sarebbe stato abitato da un drago chiamato Tarànto o più comunemente conosciuto come Tarantasio, un velenoso e mostruoso serpente, che col solo alito pestifero infestava l'aria; per cui molti dal pessimo puzzo ammorbati, morivano. In ogni leggenda di origine popolare c'è sempre del vero e sicuramente le acque paludose erano causa di febbri malariche e altre malattie di palude. 
Cominciando dall'inizio, dalla nascita del Tarantasio a Soncino il "Padre" della leggendaria bestia sarebbe Ezzelino da Romano, vicario imperiale e genero di Federico III, signore di un territorio che comprendeva gran parte del Veneto e Brescia. Un condottiero tanto feroce che papa Innocenzo IV lo scomunicò e bandì una crociata contro di lui nel 1254, affidandone il comando ad Azzo VII d'Este. A Cassano d'Adda, nel 1259, Ezzelino fu sconfitto e mortalmente ferito. Secondo la tradizione sarebbe stato sepolto proprio a Soncino. Proprio in quel sepolcro, riferisce la credenza popolare, era nato il drago Tarantasio, come una specie di reincarnazione malefica del crudele signore. 



Tracce di carattere più "scientifico" erano, e sono, custodite in alcune chiese del territorio, sotto forma di ossa gigantesche rinvenute in quelli che un tempo erano i fondali del lago. Un osso gigantesco, e precisamente una costola di drago del Gerundo, è ancora oggi visibile appesa al soffitto della sacrestia della chiesa di San Bassiano a Pizzighettone. In realtà la costola, probabilmente, appartiene a una balena fossile a un elefante od ad un altro strano animale acquatico. Proprio da questa mitologica creatura prenderebbero il nome Taranta, frazione di Cassano d’Adda, così come le numerose 'vie della Biscia' site nei paesi che all’epoca si ritrovavano lungo le coste del lago (anche se oggi molte di queste strade hanno mutato nome). Ma una testimonianza ancor più tangibile, in tutti i sensi, la si aveva a Calvenzano, dove gli abitanti del luogo avevano eretto un muro alto tre metri per difendersi dagli attacchi del mostro. Sono sorte poi numerose leggende riguardo al drago, le quali sono tutte accomunate dalla concomitanza tra l’uccisione di Tarànto e il prosciugamento del lago. Alcune fonti popolari attribuiscono il prosciugamento e la bonifica del lago a san Cristoforo, che avrebbe sconfitto il drago, o a Federico Barbarossa. La più suggestiva riguarda l’uccisione del drago da parte del capostipite dei Visconti, il quale avrebbe poi adottato come simbolo la creatura sconfitta. 




Tarantasio è poi noto a livello internazionale, anche se pochi lo sanno, perché l'Eni avrebbe preso spunto da esso per disegnare il cane a sei zampe dell'Agip, visto che il primo giacimento di metano venne scoperto nel 1944 a Caviaga, frazione di Cavenago d'Adda, nel Lodigiano, in piena zona Gerundo. 
Anche l’alito pestilenziale del drago ha una spiegazione scientifica: era dato dalla presenza di gas naturali dovuti al terreno particolare, formato da depositi alluvionali stratificati, costituiti da sedimento paludoso molle con residui fossili. E’ proprio qui che nel 1952 l’AGIP trova dei grossissimi giacimenti di gas metano e l’ENI si inventa come logo il famoso cane a sei zampe che non è altro che il nostro fantastico drago Tarantasio.

Pare che il Gerundo si estendesse tra i fiumi Adda e Serio fin dalla preistoria, comprendendo quindi non solo i territori di Milano e dintorni ma anche le provincie di Lodi, Cremona e Bergamo.

Ma come ha fatto un lago di tale ampiezza a scomparire del tutto ?

E quale era l'aspetto di questo drago minaccioso ?

A quanto pare il nome “Tarantasio” deriva da “tarantola”, ad indicare che questa creatura fosse dotata di un numero di zampe per niente comune per un rettile. Ma cos’altro sappiamo? 

Ecco come lo descrivono le testimonianze:

? Il drago era una creatura simile ad un serpentone lungo ben cinquanta braccia, dotato di coda e di zampe palmate;

? Aveva una bocca enorme, molto vicina a quella di un coccodrillo;

? Era riconoscibile anche dalle grosse corna sulla testa;

? Sputava fuoco dalla bocca, come ogni vero drago che si rispetti, e fumo dal naso: ecco perché l’aria diventava insalubre, in sua presenza;

Oggi, però, non c’è traccia né del lago né del drago: anzi, addirittura sembra che la scomparsa di uno sia strettamente collegata a quella dell’altro. Il mistero, però, aleggia anche sulla morte di Tarantasio … Le teorie sono molte:

? Secondo alcuni, il primo gennaio del 1300 (anno del Giubileo), il drago morì in seguito all’intervento di San Cristoforo (o, in altre versioni, il vescovo di Lodi Bernardino Tolentino): dopo tre giorni di preghiere le acque malsane del Gerundo si ritirarono, lasciando come tetro souvenir solo lo scheletro del mostro. A dimostrarlo sarebbe una costola del drago, custodita all’interno dell’ex Chiesa di San Cristoforo di Lodi, della quale però si sono perse le tracce: che qualche collezionista di rarità l’abbia rubata? 
? Una delle teorie più popolari racconta che fu il condottiero Umberto Visconti, capostipite della nobile casata, a porre fine all’esistenza di Tarantasio. L’uomo entrò nella caverna del drago, proprio mentre il mostro stava per divorare un bambino, e dopo ben due giorni di estenuante lotta, l'eroe ebbe la meglio ! Per questo lo stemma visconteo, a tutt'oggi simbolo di Milano, è il nostro “biscione” con un bambino in bocca: probabilmente il pittore di corte non aveva mai visto un drago e lo disegnò più simile ad una vipera gigantesca … ma almeno rimase il racconto della mitica impresa!


A dimostrazione del fatto che il drago Tarantasio sia veramente esistito sono i bestiari del naturalista e botanico Ulisse Aldrovandi, vissuto nel XVII secolo: una personalità importante, dato che coniò egli stesso il termine “geologia”! I suoi studi non comprendevano solamente animali che senz’ombra di dubbio definiremmo “reali”, ma anche creature mitiche come, per appunto, i draghi… e anche lo stesso Tarantasio. Ma il mostro non era già stato ucciso secoli prima?

Che sia realtà o leggenda, la storia del Lago Gerundo e di Tarantasio continua ad essere narrata: una frazione di Cassano d’Adda, Taranta, prende il nome dal mostro che infestò queste zone, e pare che anche il marchio dell’Eni, il cane a sei zampe, abbia avuto come ispirazione il ben noto drago!

Ma, tornando al Gerundo: leggende a parte, come mai questo lago è scomparso nel nulla?
Secondo le datazioni geologiche, la Valle dell’Adda si presentava così com’è ora già 5000 anni fa, quindi il Lago Gerundo dovrebbe essere molto più antico. Nel periodo dei Romani era oramai una palude e già nell’XI secolo i monasteri dei territori circostanti iniziarono una lunga impresa di bonifica, essendo il lago una zona palustre decisamente insalubre. 

Tornando a Milano ed alla sua inclinazione e legame coi draghi pare che il Drago Tarantasio sia riaffigurato perfino sul portale del Duomo. 
Infatti se date una occhiata attenta, osservando a destra del portale centrale della Cattedrale, potrà capitare forse anche a voi di vedere emergere dalla foresta di sculture qui presente il profilo inconfondibile di una piccola creatura mostruosa.




Info ed approfondimenti:

Qui Storie di draghi italiani

Qui Simbolo di Milano e Qui

Dagli Aztechi ai Visconti il Segreto del Biscione

Il Lago Gerundo tra leggenda e realtà

C'era una volta il Lago Gerundo

Tarantasio sul portale del Duomo

Esiste un bellissimo libro "Gerundo il grande lago scomparso" 
di Fabio Conti pubblicato dalle Edizioni Meravigli.

13 commenti:

  1. Questo post è interessantissimo, grazie Arwen e buona fine di settimana.
    sinforosa

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  2. Il tuo post è molto interessante perchè non avevo mai sentito parlare del lago Gerundo e del drago Tarantasio, anche se sono milanese. Sapevo del biscione dei Visconti e ho più volte fatto le foto a quegli stemmi del castello Sforzesco ma non sapevo niente di Tarantasio e , la prossima volta che sarò al duomo , spero di ricordarmi di cercarlo e trovarlo in mezzo a tutte le sculture della facciata del duomo . Saluti.

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    1. Anche io devo riuscire a trovare il tempo per passare in Duomo e cercare sul portale se è vero che c'è questa rappresentazione di Tarantasio !

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  3. Sai che i draghi mi interessano sempre ottima recensione chiara come sempre. Buona fine settimana.

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  4. I tuoi post sono sempre un sacco interessanti! Comunque ho taggato il blog in questo post: https://ikadreaming.blogspot.com/2019/01/65-conosciamoci-meglio-tag-sunshine.html Spero ti faccia piacere! ^^

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  5. Grazie a tutti per essere passati a trovarmi, Amici del Rifugio.
    Buona giornata, buon lunedì e migliore nuova settimana a voi !

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  6. Ciao Arwen. Articolo interessantissimo. Che esula dal fantasy fantasy ma coinvolge la storia e le credenze di un popolo, quello lombardo. Volevo suggerirti il libro a tema, delle edizioni Meravigli ma vedo che lo hai già segnalato. Posso suggerirti di postare un articolo su Lock ness, se non lo hai già scritto? A presto da Stella Ponzina

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  7. Non no ho ancora postato nulla su Nessie, il mitico Mostro di Lock Ness.
    Potrei fare un prossimo post ..... in effetti. Bel consiglio
    Buona serata

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  8. Verissimo ci sono anche stata da quelle parti, ed ho amato ed amo tutt'ora molto la Scozia e la sua essenza e natura selvaggia . . . .

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