martedì 15 luglio 2014

Incipit e Incipit Fantasy - Incipit Mania

Oggi mi è venuto voglia di parlare di Incipit.
Incipit in generale ed Incipit di libro fantasy in particolare ?


Quali qualità deve avere un buon incipit - di solito non conta il genere ci sono "regole" che valgono un pò per tutti gli incipit e per i libri di qualunque genere.



Come iniziereste un libro ...... ma soprattutto che cosa deve avere un Incipit perchè il lettore non decida di cambiare libro o di interrompere la lettura ?



Se tutti Iniziassero la loro storia con C'Era un volta ...... che noia !

Tutti gli Incipit, di qualunque genere sia il libro a mio parere devono avere la capacità di incuriosire il lettore, ed interessarlo in modo che venga spinto a continuare la lettura. Dovrebbero dare una idea anche se minina di quello che la storia andrà a narrare e devono coinvolgere il lettore in una atmosfera unica, quella del libro che andrà a seguire l'incipit !

Alcuni credono che un libro fantasy debba per forza avere un incipit con descrizione dell'ambiente in cui ci troviamo. Non è vero ! Molti fantasy non cominciano con una descrizione ....... Chi ha mai detto che debba essere così per forza ?! Sicuramente un buon incipit deve invogliare il lettore ad abbandonarsi al piacere della lettura


Ora questo post sarà un piccolo ripasso di alcuni incipit di fantasy famosi ed una analisi di quello che un incipit dovrebbe essere a mio personale giudizio :


Il Signore degli Anelli di John R.R. Tolkien

Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunciò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbyville si mise in agitazione.
Bilbo era estremamente ricco e bizzarro, inoltre (da quando sessant’anni prima era sparito di colpo, per tornare poi inaspettatamente) rappresentava la meraviglia della contea. Le ricchezze portate dal viaggio erano diventate leggendarie e il popolo credeva, benché ormai i vecchi lo neghino, che la collina di Casa Baggins fosse piena di grotte rigurgitanti di tesori e, come se ciò non bastasse, ad attirare l’attenzione di tutti contribuiva la sua inesauribile e sorprendente vitalità. Il tempo passava lasciando poche tracce sul signor Baggins: a novant’anni era tale e quale lo era stato a cinquanta; a novantanove incominciarono a dire che si manteneva bene; sarebbe stato più esatto dire che era immutato. Vi erano quelli che scuotevano la testa, borbottando che aveva avuto troppo dalla vita: non sembrava giusto che qualcuno possedesse (palesemente) l’eterna giovinezza e, allo stesso tempo (almeno per fama), ricchezze inestimabili.


La Spada di Shannara di Terry Brooks

Il sole tramontava già fra le profondità verdi delle colline a ovest della vallata, e le sue ombre rosse e rosate sfioravano gli angoli più remoti della campagna, quando Flick Ohmsford cominciò la sua discesa. 
Il sentiero calava giù irregolarmente per il pendio settentrionale, serpeggiando attraverso i massi imponenti che costellavano il terreno, sparendo nelle folte foreste delle pianure per ricomparire a tratti nelle piccole radure e negli spazi liberi della zona dei boschi. Flick seguiva con lo sguardo il percorso familiare mentre avanzava stancamente, un passo dietro l'altro, il sacco buttato sopra una spalla. La sua faccia larga, battuta dal vento, aveva un che di placido, disteso, e solo i grandi occhi grigi rivelavano l'energia che bruciava dietro quella calma apparente. Era giovane, anche se la corporatura robusta e i capelli castani spruzzati di grigio e le sopracciglia folte lo facevano apparire assai più vecchio. Indossava la comoda tenuta da lavoro della gente della Valle e nel sacco portava diversi utensili metallici che sbattevano l'uno contro l'altro, sferragliando.

Il Trono di Spade di George R.R. Martin
Le tenebre stavano avanzando.
«Meglio rientrare.» Gared osservò i boschi attorno a loro farsi più oscuri. «I bruti sono morti.»
   «Da quando hai paura dei morti?» C’era l’accenno di un  sorriso sui lineamenti di ser Waymar Royce. Gared non raccolse. Era un uomo in età, oltre i cinquanta, e di nobili ne aveva visti andare e venire molti. «Ciò che è morto resta morto» disse «e noi non dovremmo averci niente a che fare.» 

L’incipit proposto da Tolkien per Il Signore degli Anelli esprime tranquillità e spensieratezza. Gli stessi personaggi introdotti sono una razza pacifica e senza alcuna velleità guerresca. Tutto fa supporre che si tratti di un mondo ideale, in cui nulla di malvagio potrà mai accadere.
Nel secondo caso Brooks ha preferito iniziare con una descrizione del paesaggio, che prosegue per diverse righe. L’atmosfera è quella magica di un mondo antico tranquillo e pulito, che però riesce a far presagire qualcosa di oscuro in agguato.
         Martin invece offre subito al lettore le tenebre. Fin dalla prima riga
    del suo libro entriamo in un mondo minacciato da un pericolo che 
    mette i brividi, non è la paura del soprannaturale, ma di un qualcosa di 
    reale, che esiste al di là del nostro mondo, della barriera che è stata 
    innalzata.


Lo Hobbit di John R.R. Tolkien

In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima. […] Questo hobbit era uno hobbit veramente benestante, e il suo nome era Baggins. […] Questa è la storia di come un Baggins ebbe un'avventura e si trovò a fare e a dire cose del tutto imprevedibili. Può anche aver perso il rispetto del vicinato, ma in cambio ci guadagnò... bene, vedrete se alla fine ci guadagnò qualche cosa.

La Ragazza Drago – L’Eredità di Thuban di Licia Troisi


 L'ultimo ruggito di Thuban scosse la terra fin nelle viscere. Un bagliore accecante avvolse i rami rinsecchiti dell'Albero del Mondo, e tutto fu luce e frastuono.
Lung si rannicchiò su se stesso e si coprì le orecchie con il palmo delle mani. Tremava, perché sapeva che quel boato avrebbe spazzato via ogni cosa.
Invece quando l'urlo si spense, anche il terreno smise di tremare. Il ra-gazzo riaprì lentamente gli occhi e scorse tra la polvere del campo di bat-taglia le mura e i pinnacoli di marmo della città. Draconia era ancora lì, e rifulgeva di un bianco abbacinante sullo sfondo di un cielo plumbeo e ca-rico di pioggia. Non c'era più alcun suono, come se il mondo intero fosse in attesa di un segno.
Dietro la pietra che l'aveva protetto, Lung trattenne il fiato.

Leggende del Mondo Emerso – Il Destino di Adhara di Licia Troisi


 L'uomo in nero avanzò lentamente. Si muoveva sicuro tra i vicoli deserti della città, il cappuccio a coprirgli il volto, il mantello ad accarezzargli gli stivali. Ombra tra le ombre, imboccò deciso la via che sapeva. Aveva fatto un sopralluogo, qualche giorno prima.
L'ingresso era anonimo: una porta di legno, un architrave in pietra. Non ebbe bisogno di vedere il simbolo inciso sulla chiave di volta per sapere di essere arrivato.
Si fermò un istante, conscio che non era quello il suo obiettivo primario, che un'altra era la sua missione.
«Trovarlo è di vitale importanza, capisci!» aveva detto Kryss, l'ultima volta che lo aveva visto.
«Lo so» si era limitato a rispondere lui, chinando il capo.
«E allora non ti fermerai finché non lo avrai trovato, e non permetterai a niente e a nessuno di mettersi fra te e il tuo obiettivo.»
Kryss lo aveva guardato senza aggiungere altro, perché l'uomo in nero fosse libero di soppesare quel silenzio e riempirlo di significati. Ma lui non era tipo da farsi spaventare da così poco.
Trucchetti buoni per chi ti adora come un dio, non per me.
Si era inchinato in segno di rispetto e si era avviato alla porta.

Il Volo del Drago di Anne Mc Caffrey

Lessa si svegliò, raggelata. L'agghiacciava qualcosa di più del
freddo che emanava dalle mura di pietra perpetuamente viscide d'umidità.
Era il gelo della precognizione di un pericolo ancora più grave
di quello di dieci Giri completi prima, che pure l'aveva spinta a
nascondersi, gemendo di terrore, nel covile fetido del wher da guardia.
Irrigidita nella concentrazione, Lessa rimase distesa sulla paglia del
puzzolente magazzino dei formaggi, dove dormiva insieme alle altre
sguattere. In quel presagio malaugurante vi era un'immediatezza incalzante, diversa da qualunque altro presentimento. Lessa sfiorò la
consapevolezza del wher da guardia, che strisciava in cerchio nel
cortile. Girava al limite estremo della catena, fin quasi a soffocarsi.
Era irrequieto: tuttavia non sembrava aver notato qualcosa di insolito
nelle tenebre che precedevano l'alba.
Lessa si raggomitolò su se stessa, tesa, cercando di alleviare la tensione
delle spalle. Poi si costrinse a rilassarsi, muscolo dopo muscolo,
giuntura dopo giuntura, e cercò di comprendere quale potesse essere
la minaccia impalpabile che aveva potuto svegliarla, senza tuttavia
allarmare il sensibilissimo wher da guardia.
Indubbiamente, il pericolo non si trovava all'interno delle mura della
Fortezza di Ruatha. E neppure si stava avvicinando al perimetro
selciato, all'esterno della Fortezza, dove l'erba implacabile si era insinuata tra l'antica calce, verde testimonianza della decadenza della
Fortezza, un tempo di sasso polito. Il pericolo non stava avanzando
lungo il camminamento, ormai pochissimo usato, che saliva dalla
valle, e non era neanche in agguato nelle dimore in pietra degli artigiani
ai piedi del precipizio. Il suo odore non contaminava il vento
che soffiava dalle fredde spiagge di Tillek. Eppure faceva vibrare acutamente i suoi sensi, scuoteva ogni nervo della sua snella figura.

Il Castello errante di Howl di Diana Wynne Jones

 Nella terra di Ingary, dove realmente esistono cose come stivali delle sette leghe e mantelli che rendono invisibili, essere il primogenito di tre fratelli è considerata una sfortuna piuttosto grossa. Colui che nasce per primo, infatti, è anche quello destinato a sbagliare per primo; e sarà ancora peggio se sarà l'ultimo ad andarsene di casa in cerca di fortuna...
Sophie Hatter era la primogenita di tre sorelle, e non era nemmeno figlia di un povero taglialegna, cosa questa che le avrebbe dato una qualche possibilità di successo; i suoi genitori, anzi, erano benestanti e gestivano un negozio di cappelli per signora nella prospera cittadina di Market Chipping.

Il Regno dei Draghi di Julia Conrad

Nel Sud, sull’alto tavolato del regno di Rachmibon, una magnifica creatura riposava tra l’erba profumata di timo e salvia. 
Era un drago dell’importante ordine dei Mirminay, i draghi del fuoco, e dunque difficile da descrivere, perché l’aspetto esteriore di quegli esseri, che vivevano contemporaneamente in tutte le dimensioni e potevano cambiare forma a piacere, era mutevole come quello delle nuvole durante un temporale.
Spesso si presentavano come animali scarlatti, arancioni o blu con ali di pipistrello, zampe di leone, un corpo squamoso e una coda simile a
quella di un serpente, ma quella era solo una regola approssimativa: esistevano infatti draghi del fuoco di tutti i colori – nero, turchese,
cannella e così via –, e molti mutavano tinta come camaleonti, caratteristica che i più vanitosi sfruttavano per spiccare il più possibile su
qualunque sfondo.


Siamo tutti affamati di racconti e di storie. Ce le facevamo raccontare dalla mamma quando eravamo bambini, ora da adulti le andiamo a cercare nei libri, a teatro,  nei film. Le cerchiamo, da sempre, nei miti. Le storie ci plasmano: plasmano le collettività, ma plasmano anche la nostra identità: l’autobiografia è il racconto di una vita.

Un incipit, allora, per funzionare deve riuscire a trasmettere questa necessità di racconto oltre che la necessità di condividere un piacere: perché c’è il piacere di chi narra, e quello di chi ascolta, o legge, o guarda. Quando questi due piaceri si incontrano, allora val la pena di continuare.
Una delle cose che spinge il lettore ad andare avanti nella lettura di un libro è la curiosità per cui in un incipit che si rispetti bisogna incuriosirlo raccontando qualcosa della storia che riesca ad intrigarlo ma non tutto aprendogli una piccola finestra sulla storia che si sta per raccontare.
Insomma un incipit deve anche sapere esprime una emozione - riuscire a farla provare al lettore.

Questo post mi ha anche dato l'idea per una rubrica che ogni tanto tornerà all'interno del mio blog "Incipit Mania", dove vi posterò alcuni incipit di libri fantasy famosi ....... od incipit che mi hanno particolarmente attratta. Ci rivedremo ancora c/o Incipit Mania 



8 commenti:

  1. mi piace l'idea di creare una rubrica che parli di incipt....hai ragione un incipt deve conquistare il lettore..spingerlo a leggere il libro..e deve emozionare...dare delle sensazioni!!!..si...infatti molte volte deggo l'incipt di un libro prima di acquistarlo...se leggendolo mi conquista allora è fatta..^_^
    Bacioni..

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  2. A me piacciono gli incipit oscuri, dispettosi, poetici.. Quelli che li leggi e rimani fulminata. L'unica cosa che vuoi è sapere perchè, PERCHE' quel libro inizia in quel modo!

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  3. ma che bello"! e quanto sei brava!
    un bacio simona:)))

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  4. Sono contenta Seleny che ti piaccia la mia idea degli incipit per la nuova rubrica :-)
    E' vero a volte capita anche a me di leggerli prima dell'acquisto di un libro per capire meglio se sia il caso o meno di axquistarlo :-)
    Ilenia ti piacciono gli Incipit oscuri alla George Martin he he he - il perchè un libro cominci così te lo posso dire io ;-) per attirare l'interesse delle case editrici e di coloro che devono scegliere quali romanzi pubblicare in primis ed anche per attirare la curiosità e l'interesse del lettore finale :-)
    Simona - grazie di cuore - il tuo giudizio è da vera amica ?!
    Un bacione e voi tutte - Buona giornata e migliore settimana appena iniziata

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  5. Buona giornata anche a te cara Edvige, un abbraccio e buona continuazione di settimana !

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  6. Grazie del bellissimo commento che mi hai lasciato!!!! Sono contenta che ti piaccia la leggenda e certo che puoi metterla sul tuo blog...io ne sarei onorata di aver un mio riferimento nel tipo tuo bellissimo blog.....ti abbraccio e a presto Simona...un bacio da Poppo!

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  7. Grazie a te Simona ...... ti avverto quando la posto ;-)
    Era davvero molto bella e romantica :-)
    Poi visto l'animale direi che va molto bene per il Rifugio

    Un bacione a te ed un bacio con carezze a Poppo !

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