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sabato 1 febbraio 2014

La Leggenda del Drago di Terni

Come tutti sapete ho una particolare predilezione per i draghi - e di draghi si tratta in molte storie e leggende, anche Italiane.

Questa che vi  presento è delle parti di Terni:


Tutto parte dalle origini dello Stemma della Città di Terni 










e perfino da quello del Comune








Sullo stemma della città di Terni è rappresentata infatti la figura di un drago anche detto Thyrus. Il motivo di tale raffigurazione deriva dicono, dalla Leggenda del Drago di Terni










Si tratta di una leggenda, che probabilmente si rifà alle origini della città.



La leggenda narra che un tempo un mostro orribile, una specie di drago o serpente alato dimorasse nei terreni paludosi presso la località chiamata «La Chiusa». Gli abitanti morivano soffocati dall’alito pestifero che sprigionava il mostro. 

Questo drago teneva in continuo terrore tutta la popolazione locale.Ogni zona nei dintorni era infatti malsicura a causa della presenza del mostro, e ben pochi erano quelli che potevano avventurarsi in qualsiasi  viaggio senza correre il rischio di essere assaliti. Talvolta, poi, accadeva che il drago, spinto dalla fame, arrivasse addirittura fino alle porte della città, cosicchè la gente doveva rinchiudersi nelle case. Era, insomma, un vero flagello cui occorreva porre d’urgenza rimedio.
Fu così che un giorno il Consiglio degli Anziani della città si riunì e decise di risolvere a qualsiasi costo la terribile situazione. Vennero convocati al Palazzo del Comune alcuni cittadini che avevano fama di ardimentosi. Uno dopo l’altro, però, essi rifiutarono di affrontare la rischiosa impresa.
“Signori miei” diceva uno, “Io ho moglie e figli. Non posso mettere in pericolo la mia vita”.
E un altro: “Onorevoli Consiglieri, ho un lavoro importante da svolgere, come voi sapete. Come posso abbandonarlo così d’un tratto per cimentarmi con quella bestiaccia?”
E ci fu perfino chi si lagnò di avere un braccio malato; chi accampò la scusa di dover fare un viaggio d’affari; e chi, persino, si rammaricò di dover esimersi dall’impresa, avendo la nonna inferma.
Gli Anziani non sapevano più a che santo rivolgersi. E già stavano per rinunciare ad ogni cosa quando, un bel mattino, si presentò loro un giovane ternano della nobile famiglia dei Cittadini. Era rivestito di un’armatura lucidissima, baldanzoso e fiero, e pareva già pronto a misurarsi col drago. Infatti disse: “Signori, col vostro permesso, ci vado io a fare una visitina  a quel mostro. Che ne dite?”
Figurarsi gli Anziani! Dissero subito di sì, era liberissimo di andare, con tutti i loro auguri e le loro benedizioni. 

Il drago era acquattato ai margini di un boschetto. Sembrava essere assopito e sarebbe stata una cosa facile balzargli addosso e trafiggerlo. Ma ecco che, nel preciso momento in cui il giovane stava per scagliare la lancia, il drago si eresse in tutta la sua mole e avanzò fulmineo verso il temerario. Il giovane lo evitò per miracolo.
Gli attimi che seguirono furono spaventosi. Ben due volte il giovane trafisse la bestia, ma le ferite sembravano prodotte da uno spillo e non danneggiavano per nulla il drago. Accadde invece che, a un certo punto, il sole si riflettè nell’armatura del giovane e i lampi di luce che ne scaturirono abbagliarono il mostro. Fu questione di un secondo. Il giovane saettò la lancia con tutta la sua forza e, finalmente, trafitto da parte a parte, il drago stramazzò e rimase immobile per sempre.
Qualche cittadino di Terni, che aveva osato assistere da lontano alla scena, corse subito in città a dare la strepitosa notizia. In breve tutta la popolazione, con alla testa gli Anziani, si radunò sul luogo della lotta per constatare coi propri occhi la fine del mostro. Inutile dire che il giovane venne festeggiato solennemente e che per parecchi giorni la città visse tutta in tripudio.


Il giovane era andato incontro alla bestia ch’era nascosta tra la vegetazione palustre, e, scovatala, dopo aspra lotta la aveva uccisa, liberando dai problemi i poveri cittadini. In ricordo di tale avvenimento si dice che Terni abbia voluto porre la chimera verde nel suo blasone.

Leggende di questo tipo erano molti diffuse in Umbria specialmente nelle zone dove i corsi d’acqua, trovando degli impedimenti, ristagnavano formando delle zone paludose. In tempi remoti il territorio ternano era infatti caratterizzato da queste zone paludose formate dal fiume Nera, dal fiume Velino e dal torrente Serra. Il fiume Velino, trovando un impedimento nella zona delle Marmore tendeva a formare un vasta zona paludosa che arrivava fino a Rieti. 
Il fiume Nera trovava due ostacoli: uno nei pressi di Papigno e uno verso le gole di Narni; in questo modo sia la Val Nerina, da Ferentillo fino a Collestatte, sia la conca ternana, erano caratterizzate da zone paludose. Il ristagno di acqua e la formazione di acquitrini causavano la nascita e il diffondersi della malaria, malattia che nei tempi antichi faceva più vittime di un attacco dei barbari. Non riuscendo a capire come si sviluppasse questa malattia gli antichi ternani attribuivano questa malattia ad un drago che abita la palude. Il drago era quindi la ” malattia ” che uccideva esalando dalle proprie fauci un alito fetido e mortale.
Il gesto del giovane eroe descritto nella leggenda  corrisponde quindi alla bonifica delle zone paludose effettuate nel corso dei secoli.
Questo fatto leggendario dette origine al motto:


«Thirus et Amnis Dederunt Signa Teramnis»


ovverossia:   «Il Tiro e il fiume diedero le insegne a Terni.»


Fonte della Leggenda del Drago di Terni Qui e Qui

Fonte delle foto degli Stemmi di Terni  Wikipedia

Fonte della foto del drago o Thyrus Qui

8 commenti:

  1. Che bella leggenda! Bello anche scoprire i nostri draghi "italiani"...:-D

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    1. Ciao Carissima Loredana che bello ritrovarti qui dai Draghi italiani - prossimamente ho altre due leggende sempre sui draghi Italiani ;-)

      Un saluto Grande e Buona domenica

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  2. <prendo nota di libri storuie ecc. ma la lista si allunga allora ho deciso mi segno il link tuo di dove mìinteressa e cosi la lista si accorcia ahahahahaha e non ti perdo. Interessante la statua in fondo assomiglia un pò al Lindwurm con Ercole di Klagenfurt.
    Buona domenica cara.

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  3. Bello questo viaggio mitologico partendo dallo stemma di una città! Il nostro territorio italiano pullula di leggende in attesa di essere riscoperte!

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    1. Cara Edvige sono felice che ti interessi il mio blog .... devo però ammettere di non sapere che cosa è il Lindwurm con Ercole di Klagenfurt. Una statua famosa ?!

      Vele sono sempre molto carini ed interessanti questi viaggi - ed il territorio italiano è pieno di leggende e storie interessanti

      Buona serata a tutte e due amiche

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  4. waw non conoscevo questa leggenda..adoro conoscere le leggende delle città!!!^_^

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  5. Grazie Seleny e Nemesis per l'apprezzamento - Un saluto e Buona settimana a tutte/i

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