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domenica 2 giugno 2013

FantaBestiario. La Manticora


La manticora è una creatura mitica, una sorta di chimera dotata di una testa simile a quella umana, corpo di leone e coda di scorpione, in grado di scagliare spine velenose per rendere inerme la preda (confondendo così la sua immagine con la criptozoologia di un porcospino). A volte la manticora può possedere ali di qualche genere. Il nome "manticora" identifica anche un genere di insetto, Insectorum tigrides veloces a detta di Linneo, predatore, appartenente alle Cicindelinae.
Nei bestiari medievali la Manticora era annoverata tra le creature fantastiche che vivevano nella lontana India. La prima descrizione della Manticora ce la fornisce Ctesia di Cnido, un viaggiatore greco vissuto tra il V ed il IV secolo A.C. Della Descrizione di Cnido, nei suoi Indikà, sopravvive un riassunto nella Biblioteca del patriarca Fozio.
La sua descrizione ci dice che questa creatura aveva una livrea color rosso, il corpo di leone e la testa umanoide. Era munita di tre file di denti sia sulla mandibola che su la mascella e aveva la coda simile a quella dello scorpione da cui era in grado di scagliare aculei avvelenati simili a dardi.




 La sua coda assomiglia a quella di uno scorpione di terra, misura più di un cubito ed è munita di un pungiglione. Nella coda, lateralmente, sono disposti, qua e là, altri pungiglioni, oltre a quello che, come nella coda dello scorpione, si trova nella punta. E' con questo pungiglione che la manticora colpisce chi le si avvicina e chiunque venga da essa ferita trova una morte sicura. Se invece qualcuno lotta con la manticora a distanza, essa, sollevando la coda, si mette a saettare i suoi dardi, come da un arco, contro l'avversario che gli sta di fronte, oppure, voltandosi, cerca di colpirlo da dietro tenendo la sua coda in linea retta. La manticora riesce a scagliare i suoi dardi fino a cento piedi di distanza e qualsiasi essere vivente venga da essi colpiot (ad ecezione dell'elefante) trova la morte certa.




Dopo Ctesia di Cnido ne parlano anche 
Jorge Luis Borges che scrive citando Plinio:
« "multaque alia monstri similia" c'è in Etiopia un animale chiamato mantichora, il quale ha tre ordini di denti connessi come quelli di un pettine, faccia e orecchie d'uomo, occhi azzurri, corpo cremisi di leone, e coda terminante in aculeo come di scorpione. Corre con una somma rapidità ed è amantissimo della carne umana; la sua voce è come un concerto di flauto e tromba. »
(Jorge Luis BorgesManuale di zoologia fantastica)
In seguito la descrizione è ripresa con più dettagli da Claudio Eliano




Il nome Manticora potrebbe essere di origine persiana e significhirebbe “mangiatrice di uomini”. La sue capacità, oltre a quella di scagliare letali aculei era quella di compiere grandi balzi che le permettono di superare anche gli ostacoli più difficili. Creatura quasi invulnerabile può essere uccisa solo da un leone. Spesso citata nelle leggende cristiane, rappresenta l’incarnazione del malevolo o dello stesso Diavolo. Geremia, uno dei profeti della Bibbia e smantellatore infaticabile di false credenze, è spesso ritratto proprio con questa creatura al suo fianco.


Oggi il mitico animale prospera nei giochi di ruolo e nei videogiochi, per lo più in forma alata.
Oltre che nel mondo fantasy e nei cataloghi di esseri immaginari, la vera manticora compare ancora nei romanzi di Umberto Eco, ne "Il nome della rosa" e soprattutto in "Baudolino", dove assieme a un gatto e a una chimera sbarra la strada per il favoloso regno del Prete Gianni (dove vivono anche una serie di razze fantastiche quali i blemmi, i panozi ecc.). 
Della Manticora si parla anche nel romanzo "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: La maledizione del Titano". 
Una manticora appare anche nella serie animata My Little Pony - L'amicizia è magica. 

Anche la musica rock non ha mancato di citare la bestia, precisamente nel brano "Tarkus" del trio Emerson, Lake and Palmer mentre sulla copertina dell'album omonimo del 1971 figura un pangolino a carro armato.

Della manticora infine esiste anche una interpretazione positiva, ad esempio nel balletto "L'unicorno, la Gorgone e la Manticora": le tre domeniche di un poeta, di Giancarlo Menotti, oppure in The Manticore of North Cerney, di Dorothy Spider. 
La manticora viene citata anche come simbolo sullo scudo di un cavaliere nel romanzo "Il regno dei lupi" (Cronache del ghiaccio e del fuoco) di George R.R. Martin (pag. 224 ed. Oscar Mondadori - Bestsellers). 
Il titolo di un album della metal band Cradle of Filth "The Manticore and Other Horrors" è ispirato proprio alla figura mitologica della manticora, così come un brano estratto dallo stesso album.


Molti hanno concluso che si tratti della tigre del Caspio, e questo perché le citazioni partono da Ctesia, che viveva in Persia.
Ma, a parte il fatto che Plinio sostiene di citare Ctesia anch'egli e parla di Etiopia, nessun felino ha voce di trombetta o vive nei luoghi aridi e rocciosi amati dalla manticora, e comunque i persiani conoscevano già la tigre, quindi non avrebbe avuto senso parlarne in termini distorti. Neppure può trattarsi di un mito venuto dall'India, perché il tipico mostro indiano mangiatore di uomini ha il corpo umano e solo la testa di tigre, cioè l'esatto contrario della manticora (il che può forse aver generato una sovrimpressione dei miti).
Un'altra possibile spiegazione della stranezza della manticora sarebbe da ricercare nel repertorio iconografico dell'arte persiana e babilonese. Dal momento che Ctesia di Cnido era stato prigioniero nella corte degli Achemenidi, è possibile ipotizzare che abbia deciso di creare una versione letteraria di un motivo assai diffuso nell'arte orientale. Ctesia in altre parole avrebbe descritto il Lamassu, demone benevolo con il corpo di toro (e talvolta, appunto, di leone) e con il volto di un uomo persiano barbuto, attribuendo ad esso non poteri magici o divini, ma tratti felini e cannibaleschi.
Fonte Wikipedia

6 commenti:

  1. Una volta mi è capitato di vederne una e non è stata un'esperienza piacevole, soprattutto per le dimensioni e l'aspetto minaccioso. Però è anche vero che, se non viene provocata, non ha nessun interesse ad attaccarti.
    Brava Arwen, è sempre importante informare il pubblico sulla fauna fatata.

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    1. Grazie caro Gnomo del Rosmarino per la visita, l'apprezzamento ed il commento!
      Si in effetti bisogna provocarlo anche se ha un'aspetto davvero minaccioso. Comunque non si sa mai - sono animali selvatici. Sei stato fortunato Gnomo del Rosmarino oppure sai bene come trattare gli animali selvatici.
      Sempre pronta a fare conoscere la fauna fatata :-)

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    1. Grazie della visita e del apprezzamento Nemesis !
      Buona settimana a te allo Gnomo del Rosmarino ed a tutti i followers

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  3. Ciao, complimenti per il tuo blog, bellissimo :)mi piace è un piacere seguirti http://mylovecosmetics.blogspot.it/

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  4. Grazie Francycla Morris per il giro al Rifugio, l'apprezzamento, il commento sempre gradito e soprattutto per essere diventata follower del Rifugio - anche il tuo blog è molto carino :-)
    Buona serata ed a presto

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