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mercoledì 21 settembre 2011

Dicono di Loro - Origini degli Elfi - Altre fonti


Le origini degli Elfi 

Nell'immaginario degli uomini, la storia degli Elfi è alquanto tormentata: nascono come divinità, decadono al rango di creature tra il grottesco e il malvagio, divengono i figli prediletti degli dei con Tolkien, invadono i giochi di ambientazione fantasy e infine rappresentano un ideale di vita...
di Massimiliano Roveri 


                                Celeborn e Galadriel nel Film Il Signore degli Anelli    

                           


«Su due sedie sormontate da un baldacchino di rami viventi. sedevano fianco a fianco Celeborn e Galadriel. Si alzarono ad accogliere gli ospiti, secondo l'usanza degli Elfi. Erano molto alti, e la statura della Dama pari a quella del Signore; i loro volti erano gravi e belli. Le vesti bianche, e i capelli della Dama di un oro intenso, e quelli del Sire Celeborn d'argento. lunghi e lucenti, nessuna traccia d'età. salvo forse la profondità dei loro occhi, penetranti come lance, eppur impenetrabili, abissi di arcaici ricordi.»
JRR Tolkien. il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello



I Sidhe (pronuncia Shee) sono il popolo fatato delle leggende celtiche con cui l'epopea elfica ha inizio La loro origine affonda in un mito ancora più antico, quello dei Tuatha De Danaann (la tribù della Dea Danu). la seconda delle popolazioni che occuparono l'Irlanda nel mito: fu il popolo che, grazie all'uso delle arti magiche, conquistò la supremazia sui fir Bolg. I Tuatha De Danaann arrivarono dal cielo avvolti in una nube con i loro quattro tesori magici: la Pietra del Destino, la Lancia di Lugh, la Spada di Danu il Calderone di Dagdha. Nonostante i poteri dei Tuatha, i successivi invasori, i Milesi, avranno poi la meglio. ma il rispetto per il nemico sconfitto e per la sua sapienza magica è tale, che i vincitori canteranno le gesta del popolo che li ha preceduti nel dominio dell'Irlanda, conferendogli un alone di divinità. I re Tuatha assurgono al ruolo di Dei, i Tuatha sono riconosciuti come un popolo permeato dalla magia. È così che nasce faerie, il luogo magico in cui i Tuatha, da ora riconosciuti come i Sidhe, si ritirano per ricomparire di tanto in tanto con le più svariate motivazioni (andare a caccia. danzare sotto la luna, rapire un bambino...). È una sorta di paradiso pagano, in cui i guerrieri combattono per rinascere dopo la morte, e vivono tra banchetti e divertimenti. 

La tradizione originaria dei Sidhe-Elfi sarà poi rielaborata dai mille rivoli delle tradizioni popolari, talvolta sovrapponendosi agli spiriti pagani dell'acqua, del mare e delle foreste. Questa stirpe andrà a costituire la miriade di creature del cosiddetto Piccolo Popolo. Si tratta di esseri spesso malvagi, talvolta burloni, sempre elusivi e misteriosi; esseri che esistono tra due mondi e che possono attirare gli umani verso Faerie, un luogo da cui nessuno può (O vuole?) fare ritorno. E’ in questa forma che, prima con Chaucer e poi con Shakespeare, gli elfi entrano nella letteratura; letteratura e tradizione popolare si incontreranno nell'opera di raccolta delle fiabe e leggende irlandesi di W.B. Yeates, il veicolo che ha traghettato i popoli di Faerie verso il mondo contemporaneo.

È con Yeates che arriviamo all'Elfo dell'epoca vittoriana; sostanzialmente un Folletto, una creatura di piccole dimensioni (se si escludono quelli giganteschi...) allegra e spensierata, che visita il nostro mondo per divertirsi alle spalle degli umani. In un certo senso, l'opera di Tolkien è uguale e contraria a quella di Yeates, Se il premio Nobel irlandese ha utilizzato le fonti folcloristiche per creare una narrativa mitologica moderna, l'autore sudafricano, da studioso delle letterature britanniche arcaiche, crea il suo mondo fittizio in primo luogo come laboratorio di linguistica. L’obiettivo e ancora quello di studiare il mito e di salvarlo dall'oblio, ma questa volta 'dall'interno', creando un mondo con lo scopo di scriverne la storia e la mitologia, e analizzarne la sua nascita. E in questa operazione gli Elfi occupano un posto fondamentale caratterizzando l'intera Prima Era, come narrato ne Il Silmarillion, mantenendo una posizione di primo piano nello sviluppo delle vicende della Terra di Mezzo fino alla distruzione dell'unico anello. Figli prediletti dei Valar (le divinità del pantheon tolkieniano), si destarono nella Terra di Mezzo presso il lago Cuivienen (acqua di Risveglio); ancor prima dell'esistenza del sole e della luna gli Elfi furono chiamati a vivere presso i Valar in Aman (le Terre Imperiture), per proteggerli dalla malvagità di Melkor (il Vala ribelle nel quale si ripete il mito della Caduta di Lucifero). Così si ebbe la prima scissione tra le stirpi degli Elfi: gli Avari (coloro che hanno rifiutato) non si recarono in Aman, dando origine agli Elfi Silvani o Elfi Scuri. Le stirpi dei Vanyar, dei Noldor e dei Teleri intrapresero invece la Grande Marcia, ma i Teleri, la stirpe piu' numerosa, si divisero: alcuni rinunciarono al viaggio, come i Nandor (che si rifiutarono di passare i Monti Brumosi), i Laquendi e i Sindar, che saranno poi noti come Elfi Grigi. Coloro che non hanno visto la luce di Aman, non essendone stati toccati, non avranno l'aura di bellezza soprannaturale che accompagnerà i discendenti di coloro che hanno intrapreso il viaggio verso Aman. Solo una minima parte arrivò poi ad Aman, trasportata su un'isola utilizzata da Ulmo, Vala delle acque, come imbarcazione. Vanyar e Noldor costruirono in Aman la città di Tirion e e il Porto dei Cigni (Alqualondè): e il tempo della Pace di Arda, alla luce di Telperion e Laurelin, gli alberi d'argento e d'oro. 

Mentre Melkor era incatenato, le virtù degli Elfi progredivano. producendo manufatti di inimmaginabile e insuperata bellezza. Intanto, sotto l'ala protettiva di Melian (antenata di Elrond, uno dei protagonisti de Il Signore degli Anelli, custode di Vilya, l'anello d'Aria) i Sindar istituirono nel Doriath (la Terra della Cintura, così definita a causa della rete di incantesimi che Melian pose a protezione della regione) il primo potente regno delle Terre dei Mortali. Mentre Féanor costruiva i Silmarìl, le tre gemme che racchiudevano la luce dei due alberi di Valinor, la liberazione di Melkor getto un'ombra su questi tempi gloriosi... 




Le trame tessute da Melkor Morgoth (l'Avversario) portarono ben presto alla guerra con Ungoliant. il terribile ragno gigante distrusse gli alberi e si impadronì dei Silmarìl, aprendo una stagione di freddo e oscurità. Assetato di vendetta. Firanor, alla testa dei Noldor, nonostante l'opposizione dei Valar, mosse guerra a Melkor. Ma per impadronirsi delle navi con cui arrivare nella Terra di Mezzo i Noldor combatterono contro i Teleri, divenendo così un popolo maledetto. Le schiere di Finwè arrivarono invece nella Terra di Mezzo attraverso Helcaraxe, il terribile ponte di ghiaccio. Ebbe così inizio la Guerra delle Gemme, ma solo l'intervento dei Valar riuscì a piegare Melkor: il Beleriand (le terre a ovest dei Monti Azzurri) era ormai ridotto a una terra desolata e per lunghi tratti sommersa dal mare... Solo una piccola parte. il Lindon, sopravvisse alla devastazione. Intanto, a Numenor nasceva il primo regno degli Uomini. Molti Elfi abbandonarono nuovamente la Terra di Mezzo. ma da quelli rimasti nacquero il regno di Thranduil di Bosco Atro (descritto ne Lo Hobbit) e di Galadriel e Celeborn a Lothlorien (a cui sono dedicate alcune delle pin belle pagine de lì Signore degli Anelli). Fu in questi tempi che fece la sua comparsa nella Terra di Mezzo Sauron (l'Aborrito), il Maia (divinità minore rispetto ai Valar) malvagio delle schiere di Melkor. Sotto mentite spoglie Sauron riuscì ancora una volta a volgere a suo favore l'amore per la bellezza degli Elfi: infatti spinse Celembrimbor Mano d'Argento a costruire gli Anelli di Potere. Le battaglie che seguirono furono terribili, e solo con l'aiuto dei Numenoreani gli Elfi riuscirono ad arginare le orde nere di Sauron. La risposta del Maia fu tremenda: Numenor fu distrutta. Aman e la Terra di Mezzo furono divise, Terreno e Ultraterreno non avrebbero più potuto convivere finche il mondo fosse infestato dalla presenza dell'Oscuro Signore. La nuova guerra contro Sauron vide la sua sconfitta, ma al caro prezzo della morte di Gil Galad, ultimo re dei Noldon ed Elendil, il fondatore dei Regni Numenoreani nella Terra di Mezzo lì resto, sarà storia che riguarda anche gli Hobbit...
La storia degli Elfi in Tolkien è quindi epica e drammatica: le vicende della Terra di Mezzo costituiscono una vera e propria storia morale di cui gli Elfi sono protagonisti, e il loro destino è direttamente correlato a quello delle divinità. I temi classici di ogni mitologia sono chiaramente presenti: la vita nel paradiso terrestre , la caduta, la ribellione contro la divinità, il riconoscimento del Male e la lotta contro di esso. L’Elfo è quindi una creatura permeata di essenza divina, e che è amica degli dei. Questa sua posizione lo rende di conseguenza un essere alle soglie della perfezione, e in quanto tale bellissimo nell'aspetto, agile, slanciato, coraggioso, dotato di una profonda saggezza. Ma la perfezione può essere la causa di tremendi errori: lo testimoniano le scissioni in seno alla stirpe elfica, e soprattutto la facilità con cui l’Elfo, in nome della bellezza, cade di fronte alle tentazioni di Sauron. Non è un caso che la vicenda dell'anello abbia bisogno, per concludersi felicemente, del coinvolgimento delle altre razze dei Popoli Liberi (Nani, Umani e gli apparentemente insignificanti Hobbit). È indubbio il fatto che tutte le ambientazione successive hanno dovuto ‘fare i conti ’ con gli Elfi di Tolkien, talvolta banalizzandone la caratterizzazione. Così il distacco dalla realtà materiale, dovuto alla divinità degli Elfi, diviene molto spesso presunzione o razzismo o incapacità di relazionarsi con le altre razze, l'intenso rapporto con la natura e il pretesto per costruire personaggi in calzamaglia verde e calzature leggere. Naturalmente non mancano casi in cui la rivisitazione dei grandi temi tolkieniani e originale e innovativa: i Faerie di Cosile Folkenstein lasciano il loro regno incantato a caccia di avventure steam fantasy, perché trovano noiosa la perfezione dei loro stessi simili e amano la spontanea passionalità degli umani: i Sidhe di Changeling: the Dreaming incarnano la nobiltà e l'aura di perfezione che gia abbiamo trovato negli Elfi di Tolkien, tornando alla gioia selvaggia dei miti celtici in cui gli Elfi sono esseri belli e terribili che vivono al di la del tempo. La caduta dalla perfezione è un altro aspetto che accompagna la rielaborazione della elficità; è singolare che uno degli aspetti marginali della caratterizzazione degli Elfi in Tolkien abbia dato vita a una delle più interessanti rivisitazioni della elficità nei giochi di ruolo, gli Elfi Scuri, Quelli che per Tolkien erano la stirpe non toccata dalla luce del paradiso, diventano terribili creature dell'oscurità, richiamando così le tradizioni del folclore, che vedono alcuni esponenti dei Sidhe come malvagi e spaventosi (gli Sluagh o i Redcap). I Drow di Forgotten Realms sono una dello razze più sanguinarie e malvagie dell'intero multiverso di AD&D. Gli Elfi Scuri del mondo di Martelli da Guerra hanno origine dal fascino subito da alcuni Elfi alti per gli dei del Caos: la corruzione creò una stirpe che perse le consuete caratteristiche di fascino e bellezza e sviluppò una contorta malignità d'animo. Gli Elfi Scuri furono banditi dai Regni Elfici con una sanguinosa guerra civile, che li costrinse a rifugiarsi nelle oscure foreste confinanti con le terre del Caos, nell'estremo nord del Nuovo Mondo. Paradossalmente, un'ambientazione che rilegge gli stereotipi della elficità in una chiave originale e non banale è quella di Flintloque, che sovrappone l'orgoglio e il valore degli Elfi alla grandeur della Francia napoleonica: gli Elfi del Cristallo sono la razza del mondo di Valon con la migliore organizzazione militare. La rivolta del principe Mordred, con l'invenzione della Polvere Nera, e il motivo scatenante di un conflitto che seminerà morte e distruzione ovunque. Gli ideali elfici di superiorità si confondono con l'orgoglio della Guardia Imperiale napoleonica, la proverbiale destrezza in battaglia di queste creature veloci e agilissime richiama l'impressionante superiorità di manovra delle truppe francesi comandate da Bonaparte
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Un altro aspetto singolare del rapporto tra Elfi e Umani e il recente utilizzo della figura mitica dell'Elfo come ideale di vita alternativo. Avrete sicuramente sentito parlare delle comunità di Elfi che si sono insediate in alcuni sobborghi abbandonati delle montagne toscane della Garfagnana. Si tratta di piccoli gruppi, che vivono senza elettricità o acqua corrente, coltivando la terra e producendo oggetti di piccolo artigianato. Talvolta li troviamo a fiere e feste di paese, dove vendono collanine, bracciali.. Per un giocatore di ruolo o per un appassionato di letteratura fantastica parlare con uno di loro, o semplicemente vederli scendere dal bosco per andare a far provviste in paese, può essere un'esperienza molto profonda. Anche la New Age, filosofia religione che dal mondo anglosassone sta contagiando un po' tutto l'Occidente, rifacendosi per certi aspetti alla mitologia celtica, e comunque a un rapporto più equilibrato con la realtà che ci circonda, accoglie elementi elfici. Sentir parlare di consapevolezza di sè e armonia con la natura non può non far pensare agli Elfi di Lothlorien e alla loro capacità di comprendere la bellezza del Bosco Dorato. Lungi da noi l'intenzione di darsi ad analisi sociologiche, ci piace segnalare l'esistenza di questo approccio filosofico come conferma del fascino che gli Elfi continuano a esercitare sull'immaginario: il mito di un essere perfetto, malinconico nella sua perfezione, altero e al di là del tempo che scorre, e probabilmente immortale.

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