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lunedì 29 febbraio 2016

Credo . . . . .



Eccomi qui con un post che inneggia alla amicizia infra specie - ed alla capacità degli animali di essere meglio di noi uomini per molti versi.
Ho trovato questa bellissima poesia di Walt Whitman e non ho resistito.
Dovevo proporvela :-) <3  In questo periodo mi sento molto poetica . . .

Eccola a voi accompagnata da alcune bellissime immagini di "Animal friendship" alcune delle quali molto particolari.







Non ho idea se abbia un titolo, io ne ho attribuito uno adatto :

"Credo"

Credo ch'io potrei vivere tra gli animali, 
che sono così placidi e pieni di decoro.
Io li ho osservati tante volte e a lungo;
Non s'affannano, non gemono
sulle loro condizioni,
Non stanno svegli al buio, per piangere
sopra i loro peccati,
Non m'indignano discutendo
i loro doveri verso Dio,
Nessuno è insoddisfatto, nessuno ha la mania
infausta di possedere cose,
Nessuno si inginocchia innanzi all'altro,
né ai suoi simili vissuti migliaia d'anni fa,
Nessuno è rispettabile tra loro, od infelice,
sulla terra intiera.


(Walt Whitman)




Eccola in lingua originale :

I Think I Could Turn And Live With Animals...
By Walt Whitman
from Song of Myself

I think I could turn and live with animals,
they are so placid and self-contain'd,
I stand and look at them long and long.

They do not sweat and whine about their condition,
They do not lie awake in the dark and weep for their sins,
They do not make me sick discussing their duty to God,
Not one is dissatisfied, not one is demented with the mania of owning things,
Not one kneels to another, nor to his kind that lived thousands of years ago,
Not one is respectable or unhappy over the whole earth.






domenica 28 febbraio 2016

Enderiten Libro I - La Caduta

Eccomi qui, questa volta sono tornata a presentarVi un nuovo libro fantasy, si tratta del primo libro della saga "Enderiten" di Angelo Peluso



Autore:  Angelo Peluso

Prezzo: € 15.00 

  Codice ISBN: 9788856771879
Numero pagine: 264




Eccovi la mappa dei luoghi narrati nel libro

Questa è la presentazione della saga, dalla viva voce dell'autore:

Enderiten è una trilogia di genere Fantasy/Epico nata con l’intento di creare un’epopea fantasy che racchiudesse i vecchi valori eroici e cavallereschi con una moderna analisi del carattere umano. Ho voluto creare dei personaggi che fossero tormentati, spinti ad agire per senso dell’onore e della lealtà, ma comunque contrastati dalle più semplici emozioni umane, che li portassero alla realizzazione di scopi ben più personali. Per poter dare vita ad un universo fantastico che avesse una solida logica ed una credibilità ho dato sfogo a tutta la mia immaginazione, avendo cura di curare gli aspetti geopolitici, storici e razziali per dare un’ambientazione ricca alla guerra che andavo a raccontare. L’utilizzo del flusso di coscienza mi ha dato modo di regalare parte di me a ogni protagonista, parte dei miei ricordi alle vicende e mi ha dato la possibilità d’immedesimarmi sia come lettore che scrittore, trovando delle soluzioni tecniche che richiamassero tutte le mie influenze a raccolta per narrare ogni singolo evento – spiacevole o non – donando ai dettagli ogni ricordo della mia anima. La scelta di ambientare la storia nel mezzo di una guerra è data dalla necessità di creare una metafora estrema della vita: una lunga lotta per formarci attraverso le insidie e le difficoltà quotidiane, cosparsa di vittorie ed amare sconfitte che forgiano il carattere di ognuno di noi. Di metafore ne è pieno il romanzo, a partire dal titolo; perché Enderiten, la spada dei sovrani del Nord, raffigura la volontà e la presa di posizione che si deve fare per prendere in mano il proprio destino, costruendo un proprio posto nel mondo. Il periodo in cui ho cominciato a scrivere la trilogia si abbraccia con questo ideale, questo sogno, questa ricerca della propria forza. Per questa ragione ho sublimato ogni mio pensiero nel raccontare gli eventi dei personaggi, che compartecipano a creare un plot classico e dai ricchi riferimenti dell’epica ma comunque di facile immedesimazione perché affronta paure e desideri di ognuno di noi, che si affaccia alla vita mentre sceglie di diventare adulto.



Sinossi :

Un potere antico alberga nell’animo di Malik. Un potere spaventoso, una forza indomita e selvaggia, un furore assopito che gli eventi vedranno risvegliarsi nella estenuante e strenua lotta contro il male che incombe.
Il destino di questo giovane e coraggioso guerriero si lega indissolubilmente alla storia delle Terre di Amanthine, avviando lui e i suoi compagni in un lungo cammino nell’oscurità, in cui scopriranno non solo le bassezze di cui è capace l’umanità, ma anche i confini e le potenzialità dei loro doni. E l’amore, la sua forza dirompente, quell’arma che più di ogni altra motiva lo spirito alla battaglia.

Un fantasy colossale in cui le passioni giganteggiano. Una storia fatta di luce e tenebre, di accecanti contrasti e nudi sentimenti, che trattiene il lettore col fiato sospeso ne confine tra salvezza e dannazione.


Dati biografici autore : presentazione con le parole dell'autore stesso


Mi chiamo Angelo Peluso, nato a Taranto il 11/09/90. Ho frequentato il Liceo Scientifico Aristosseno, dove collaboravo con il giornale scolastico “La Fenice”, prima come grafico e poi, nel corso degli anni, come vice direttore. La passione per la scrittura è sbocciata in quegli anni, frutto di riflessioni sulle potenzialità del potere creativo dell’arte e dell’uso delle parole. In principio, scrivevo poesie, poi brani concernenti riflessioni personali e infine piccoli racconti, dove ho imparato a conciliare la mia grande passione per il genere Fantasy con il riscoperto potere creativo e sublimatore della scrittura. Un amore che ho sin da piccolo e che col tempo si è tutt’altro che assopito è la dedizione all’immaginazione, alla formulazione di trame e mondi fantastici che unificassero il sogno con la realtà. Storie comuni come relazioni, amicizie, vicende del telegiornale, prendevano forma nella mia mente come avventure epiche di amori tormentati, battaglie e creature raffiguranti il male e il bene che si contendono la quotidianità della vita umana. Ho frequentato la facoltà di farmacia, finchè non ho deciso, ultimamente, di dedicarmi completamente alla mia creatività. Mi sono iscritto alla Scuola Internazionale di Comics quest’anno, cominciando a frequentare il corso di illustrazione per affiancare la mia passione per il disegno a quella per la scrittura e nel tempo libero scrivo e mi diletto nella creazione di mondi fantastici nel dettaglio (razze, religioni, ambienti, storia, usi e costumi ecc.). Ho terminato la mia prima trilogia Fantasy di cui ho pubblicato il primo volume ed il secondo ha vinto di recente il premio letterario per giovani talenti pugliesi: “Building Apulia”.


Eccovi alcuni estratti dal libro :

Estratto 1: I Atto, Cap 4 – Bianche Sponde
Ember osservava il mare, un enorme distesa scura, il cui orizzonte si mischiava all’inizio del cielo nero, notturno, cosparso di stelle lucenti. Aveva ammirato poche volte uno spettacolo tanto meraviglioso in vita sua e, mentre si frizionava le braccia sulle spalle, per riscaldarsi dalla fresca brezza del mare, si lasciò ipnotizzare dalla spuma delle onde. Il suo pensiero era rivolto a Malik, era passato un tempo incalcolabile per lei, da quando Reina aveva cominciato a medicarlo operosamente. La porta-finestra dietro di lei si aprì, ma lei non si voltò, immersa nei suoi pensieri. “Si rimetterà presto.” Disse Reina, affiancandosi a Ember contro il parapetto. “E’ un ragazzo coriaceo e le medicazioni che hai improvvisato sono state fondamentali.” Proseguì Reina. Ember si concesse un sorriso mesto, diretto alla notte davanti a lei. “Ember, il suo cuore non appartiene a me. E’ come un figlio, una presenza consolatrice nella mia vita. Tu sei il calore che ho sempre atteso per lui.” Ember la guardò stupita, quella donna aveva colto il suo stato emotivo, come se leggesse il turbamento della sua anima. “Io, ti chiedo scusa se sono sembrata scortese. Tu ci stai aiutando..” cominciò a balbettare Ember che percepiva lo spessore della persona che aveva affianco, ora riusciva a comprendere il significato delle parole di Malik. “Non ti accorgi che sei tu che giungi qui per aiutarci? Nessuno ti ha costretta a venire, eppure tu sei qui per un fine onorevole, io mi sento ben lieta di insegnarti a padroneggiare i tuoi poteri primevi. Resta affianco a Malik, ha conosciuto solo guerra e distruzione sin da quando lo conobbi. Lo presi con me che era ancora un fanciullo, subito dopo la scomparsa dei suoi cari, bruciati vivi per aver difeso il suo segreto davanti all’esercito di Kothar, che aizzò gli abitanti di Faranion a dar fuoco alla loro abitazione.” Ember rimase afona davanti a quelle angosciose parole, il suo cuore rabbrividì davanti al passato tragico di Malik. “Voi due avete molto in comune, te ne sarai accorta. Sei la carezza che mancava alla sua guancia percossa.” Proseguì Reina. A un tratto, la donna puntò un dito verso l’acqua, che cominciò ad incresparsi. Ember osservò quel fenomeno incuriosita. Un serpente composto d’acqua, diafano, emerse dalle increspature, cominciando ad affondare e riemergere tra le acque limpide di quella massa scura. “Il destino ha studiato un percorso per ognuno di noi. E così, stanchi ed insoddisfatti, ci troviamo come avvolti dalle spire di un serpente, soffocati dalla nostra stessa vita, attendendo l’attimo di gloria, in cui spezzare le catene imposteci e levarci alti nel cielo.” Il serpente si dissolse in gocce lucenti, che  ritornarono alle acque da cui erano provenuti. Ember era assorta profondamente nel discorso di Reina, che prosegui: “Dobbiamo sopraelevarci, lontani dalla corrente che ci ha lasciati assopiti. Divenuti un mattino di primavera, ancora avvolto dal gelo dell’inverno, ansioso di generare nuovi germogli. Io ti darò l’opportunità di cogliere la chiave che ti libererà dalle tue catene, così che tu possa prendere parte alla storia che scrive il mondo come noi lo conosciamo.” Concluse Reina. Ember rimase attonita davanti a quella persona così carismatica. Era avvolta dalle parole di quel discorso che s’intrecciavano a comporre un richiamo diretto al suo cuore, rigenerato da una nuova speranza. “Grazie.” Riuscì a pronunciare Ember. Reina le rivolse un sorriso terso e tornò dentro. Ember rimase ancora pochi istanti ad osservare le increspature dell’acqua che svanivano lentamente, amalgamandosi all’enormità del mare. “Un potere che mi è stato donato per prendere parte al destino del mondo.” Pensò stringendo i pugni, poi si diresse dentro l’abitazione, verso il riposo che l’attendeva.

Estratto 2: II Atto, Cap 2 - La Ragazza delle Ombre
Il gelo delle montagne intorpidiva le vallate circostanti. Un sottile velo di nebbia presidiava il pallido mattino autunnale che abbracciava il sentiero boschivo. Ember vagava da mesi in cerca del suo amato Malik, scomparso in una tragica notte, dopo la grande battaglia di Kontiar. La fanciulla proseguiva lenta, premendosi il cappuccio alle guance per non lasciar filtrare la brezza gelida che spirava lungo la via. I suoi occhi color ghiaccio, velati dalla tristezza di chi ha cosparso frammenti del proprio cuore lungo il cammino, scorsero una macchia di colore nel freddo manto di foschia. “Bellissimo!” pensò Ember, chinandosi ad osservare un fiore solitario, che sfuggiva alla strage floreale che l’autunno compiva ogni anno. Non aveva più lacrime da versare.. per la sua famiglia, per la sua tragica sorte, per Malik. Si rialzò lentamente, proseguendo mesta lungo la via. “Quel fiore… una fiaccola lungo questa strada scura. Come il ricordo di un bacio che inumidisce le mie labbra solitarie, che ricercano ancora quel calore..” rimuginò la ragazza, che inoltrava il suo pensiero a Malik, sforzandosi di pensare che quel fiore fosse il messaggio che la natura le recapitava affinchè la speranza potesse tornare a visitare il suo cuore, ripagando il suo peregrinare col ritrovamento del compagno disperso. Un sole torvo s’innalzò nel cielo, illuminando malamente un villaggio immerso nella nebbia.

Estratto 3: II Atto, Cap 6 – Le Terre del Nord

Ember proseguiva lungo le cupe catacombe, illuminando l’ambiente austero con la sua fiamma, che ondeggiava alta dal palmo della mano sinistra. Liyana la seguiva guardinga, intenta a percepire il minimo rumore. Ember si lasciò sfuggire un sorriso, quando vide infondo al lungo corridoio un filamento di luce che filtrava dalla parete. Le due avventuriere seguirono quel barlume di speranza lungo il tratto rimasto. “Un’altra incisione in elfico... probabilmente si aziona un altro meccanismo come quello dell’ingresso!” disse Liyana sotto voce. Intanto, Ember, illuminava la parete che avevano di fronte, che ancora conservava le rimanenze delle decorazioni ed una porta in pietra s’incastonava nella spessa muratura sotterranea. Un filamento di luce sbucava dorato da una fessura al lato della porta, sulla quale erano incise delle parole in elfico, logorate dal tempo e lorde di sporcizia. Liyana si avvicinò al muro, osservando attentamente le scritte, massaggiandosi il mento com’era solita fare nei momenti di concentrazione. Ember distolse lo sguardo dalla compagna e si paralizzò piacevolmente ad osservare il pulviscolo illuminato dai raggi solari, che ondeggiava dolcemente nell’aria. “Coloro che caddero... coloro che ancora qui giacciono... coloro che proteggono le terre degli uomini!” pronunciò l’assassina ed un rombo echeggiò per il lungo corridoio, facendo tremare le pareti e lasciando cadere cumuli di polvere dal soffitto. La pesante porta di pietra s’insinuò nella parete, lasciando penetrare violentemente la luce diurna. Le due ragazze rimasero qualche istante ferme sul ciglio del passaggio, strizzando gli occhi abituati all’oscurità del sottosuolo, poi ammirarono una maestosa scalinata che saliva in superficie. Ember lasciò che la sua fiamma si spegnesse, leggermente intontita dal continuo utilizzo del suo potere. Le due avventuriere proseguirono lungo la scalinata, lasciandosi alle spalle l’ingresso di quei macabri sepolcri e si ritrovarono in un ampia prateria, irradiate dal sole alto di una tarda mattinata. Ember cercò di orientarsi ed intravide di fronte a loro una città in rovina, dalle alte mura macerate da un violento assedio. “Non è possibile!” esclamò la Guardiana, con voce colma di sfumature, quali stupore, realizzazione ed un misto di tragicità. “Cosa Ember? Conosci già questo posto?” si allarmò Liyana. “Liya... siamo arrivate a Goheli...” rispose la Guardiana, persa nella contemplazione della maestosa cittadella.

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