martedì 4 ottobre 2011

Un Libro che vorrei leggere - “Drak’kast - Storie di draghi” di Fabrizio Corselli

Sempre dal Blog Truefantasy :  http://truefantasyitaly.blogspot.com/  ecco la recensione on-line

Prima di trovarlo in questo Blog lo avevo già trovato on-line in altri posti ed avevo letto un poco la storia che devo dire mi attira molto. 

Direi tanti complimenti all'autore anche se non ho ancora letto il libro me lo immagino e penso che se lo trovo lo comprerò .......... se lo trovo perchè questa è una casa editrice mi pare di Padova - non la ho mai sentita ne ho visto nelle librerie a Milano suoi libri ....

Comunque consiglio per gli amanti degli Elfi e del Fantasy ............ io vorrei leggerlo !

Recensione: “Drak’kast - Storie di draghi” di Fabrizio Corselli










Drak’kast racconta la storia e le gesta di un drago metamorfosato in un elfo cantore, Elkodyas, e della sua avventura nella foresta dal cuore di Smeraldo, ma anche e soprattutto del rapporto inconsueto tra due razze fantastiche, Elfi e Draghi, nel quale si inseriscono bardi e cantori, guerrieri e creature favolose e fatate.
L’opera ha dunque uno spunto davvero originale, pur nella ripresa di modelli autorevoli, non solo il fecondissimo Tolkien, da Il Silmarillion all’ultimo La leggenda di Sigurd e Gudrun, ma anche i poemi classici e quelli cavallereschi, nonché il Beowulf, Il Cantar dei Nibelunghi e l’Edda di cui si sente la conoscenza.
La terra creata da questo scrittore-demiurgo è ricca e piena di creature tipiche dei “memorabilia”, capaci cioè di destare meraviglia e incanto, per le quali Corselli costruisce dinastie, leggende, fisionomie specifiche e nomi, nomi che ricordano l’elfico inventato da Tolkien, ma che di certo risentono anche di qualche sentore delle antiche lingue di ceppo germanico e del greco antico, presente, ad esempio, nei nomi di due creature della luce e del buio: Emera (in greco antico “giorno”) ed Espera (in gr. antico “sera”). Le ninfe, le driadi, gli elfi silvani, gli aedi, il riferimento analogico ai satiri, sono tutti spie dell’esigenza dell’autore di attingere a piene mani al repertorio del mito e della tradizione classica, ma Corselli non si limita a questo: vi unisce, infatti, in modo convincente, il serbatoio mitico nordico, non solo per la figura centrale dei draghi, ma anche per i riferimenti ai druidi, ai nani, agli elfi stessi, e ad alcune divinità, assai vicine agli Asi nordici e non distanti dai Valar tolkieniani.
Tra le creature fatate e arcane, un ruolo interessante ha l’Unicorno dell’Aria, Alkagyrre, cui viene affidato un potere piuttosto “moderno” per un poema fantastico che ripiega spesso (anche a livello linguistico e stilistico) nell’antichità: la capacità di teletrasportarsi. Siamo nel cuore di una coraggiosa e accattivante sperimentazione, dove questo tratto “anacronistico” riesce a non stridere con l’atmosfera di un tempo leggendario e ovattato. L’uso della parola è la grande risorsa di questo autore, una parola semplice, che accosta spesso in coppie insolubili l’aggettivo al suo nome e crea versi musicali e dolci, piani e non difficili da decifrare, con una patina di arcaicità che proietta nel suo mondo favoloso.
Un tema portante è quello della musica. Il liuto diventa uno strumento di creazione e intervento nel reale, un’arma magica e divina al tempo stesso, e il canto si fa custode di memoria e di leggenda, unendo in sé la tradizione omerico-classica con quella nordica.
La cornice in prosa introduce il lettore nella sua sezione poetica centrale, accompagnando il cammino di un giovane elfo e del suo stupore per il canto e le leggende che si accinge a raccontare. Il lettore tende così a immedesimarsi in questo elfo dell’incipit, e diventa lui stesso quell’elfo che con stupore e attenzione ascolta il “canto scritto” di Corselli e delle sue storie.
Il poema, in versi sciolti, è il cuore della scrittura, una poesia leggera e agile, con richiami e citazioni a volte trasparenti (spicca fra queste il “ratto s’apprende” del v.), altre volte vicina ai modelli cari allo scrittore e profondamente rielaborati. Le frequenti similitudini, che si protraggono per più di due versi, a volte per un’intera strofa, fanno riecheggiare alla mente il ricordo degli stilemi omerici.
Non si pensi però che la lettura sia difficile e pesante. Certo, lo stile proprio dei poemi e la particolare forma di narrazione ch’essi costituiscono richiedono una certa attenzione e presenza del lettore, tuttavia l’appendice di chiusura costituisce una bussola orientativa importante tra i nomi e le stirpi forgiati dalla fantasia dell’autore.
Sarebbe interessante, alla luce del complesso e coerente universo fantastico creato da Corselli, leggere un romanzo che sfrutti questo mondo già creato e consolidato, e che sembra pronto e maturo per una scrittura romanzesca, di certo meno “sperimentale e originale”, ma capace di promettere, viste le premesse, grandi esiti letterari. Lo si nota dalla lettura delle Appendici: provate a leggerle dopo aver letto il poema, o anche prima di esso; dentro c’è racchiusa in nuce tutta la storia, che attende solo di essere sviluppata in nuove opere che raccontino ancora di questo originale e riuscito universo fantastico.
 
Titolo: Drak’kast. Storie di draghi | Autore: Fabrizio Corselli | Brossura 220 pp. | Editore: Edizioni della Sera (collana Spade d'inchiostro)

Lavinia Scolari

2 commenti:

  1. Ho ordinato il libro on-line direttamente dal sito della Casa Editrice nel pomeriggio .......... non vedo l'ora che mi arrivi per poterlo iniziare a leggere!

    RispondiElimina
  2. Finalmente oggi è arrivata per posta la mia copia del libro “Drak’kast - Storie di draghi” - ora devo solo trovare il tempo per leggerlo. Sono curiosissima ...........

    RispondiElimina